Dopo aver siglato il suo rinnovo con la società giallorossa, Alberto De Rossi, allenatore della Roma Primavera, ha rilasciato alcune dichiarazioni a tal proposito:
“Siamo educatori, prima di ogni cosa. E il nostro lavoro è un altro, è quello di formare uomini prima ancora che calciatori”.
Mister, continuerà ancora a guidare la Primavera. Le sue sensazioni? “Amo il mio lavoro, lo svolgo con infinita passione. Lo faccio per la squadra della mia città, per la squadra del mio cuore, avverto da sempre un onore particolare nello svolgere la mia professione. Le responsabilità restano tante. Abbiamo il dovere di preparare al meglio i ragazzi che si affacceranno in prima squadra, prima di ogni altra cosa”.
Preparare, parola chiave nel vostro lavoro.
“Questo è l’obiettivo primario della nostra professione. Il risultato deve essere quello di accompagnare i ragazzi al meglio, portandoli nel professionismo. La preparazione è sia tecnica, sia educativa. E questo significa tante cose e comporta anche dei rischi. Perché in alcuni casi può portarti a scegliere un giocatore più giovane, magari meno pronto, per dargli la possibilità di evolvere. Così come gli insegnamenti che cerchiamo di trasmettere. Dinamiche che possono allungare i tempi. Vincere piace a tutti, è ovvio, ma noi dobbiamo arrivare al punto della stagione appena conclusa, in cui diversi ragazzi dalla Primavera sono arrivati in prima squadra, alcuni giocando anche con continuità diverse partite importanti tra campionato ed Europa League”.
Darboe e Calafiori sono solo alcuni esempi…“I nomi li conoscete tutti. A me preme sottolineare il percorso che i nostri giovani compiono all’interno della squadra e della società. Ogni anno vogliamo migliorarci”.
A proposito del Club, la Roma ha da sempre una grande tradizione alle spalle di settore giovanile, continuando a investire sul proprio vivaio. Da tecnico come ha visto crescere la struttura e come è cambiato il ruolo allenatore/educatore di una squadra giovanile? “Noi siamo a tutti gli effetti una Prima Squadra. Come struttura, come metodologie di allenamento. Il centro sportivo di Trigoria è cambiato nel tempo. Abbiamo a disposizione tecnologie all’avanguardia. Ma non solo. Le risorse umane pure sono di primissimo livello. Lo staff a disposizione della squadra si è triplicato nel tempo, in modo che gli stessi ragazzi vengano supportati e controllati 24 ore al giorno”.
Entrando più nel dettaglio? “Il lavoro non si riduce solo alle ore di allenamento o alla partita ufficiale, ma a tutto il resto. Abbiamo il nutrizionista, seguiamo i ragazzi a scuola, anche nei periodi di lockdown abbiamo fatto tre mesi di interventi tramite la piattaforma digitale che la Roma ci aveva messo a disposizione. È necessario stare vicino ai giovani professionalmente e socialmente. Non dobbiamo lasciare nulla di intentato, mai”.
L’organigramma societario, peraltro, è stato arricchito recentemente da un nuovo responsabile del Settore Giovanile: Vincenzo Vergine… “Conosco Vincenzo da diversi anni. È un esperto del settore, con grande esperienza e sarà un valore aggiunto per tutti noi. Faremo un grande lavoro, c’è già grande sintonia”.
È cambiato anche il responsabile tecnico della Prima Squadra. Ha avuto già modo per scambiare delle impressioni con José Mourinho? “Ancora non ho avuto modo di incontrarlo in questo inizio di stagione, come sempre come Primavera ci mettiamo a totale servizio della prima squadra e del suo allenatore. Siamo molto felici del suo arrivo alla Roma, un allenatore di livello mondiale non è soltanto uno stimolo per i giocatori, ma per tutti quelli che lavorano nel Club”.
Qual è, invece, lo stimolo, la motivazione che sente lei all’inizio di ogni nuova stagione? “È la passione che muove tutto. Io credo che al di là dell’idea personale, della voglia di fare questo lavoro, cambiare continuamente gruppi di ragazzi con cui avere a che fare sia uno stimolo. E ti dà l’opportunità di rimetterti in gioco continuamente”.
Ma con l’obiettivo di sempre, quello di lavorare per il futuro della Roma… “Esattamente. A differenza del calcio degli adulti, noi tempo ne abbiamo di più per lavorare con tranquillità. Se perdiamo qualche partita, non succede niente. L’importante è non perdere mai di vista l’idea primaria. Quella di formare calciatori con i valori giusti, che possano rappresentare un patrimonio per la società. E per il futuro della nostra Roma”.
FONTE: asroma.com