Diciassette voti favorevoli, due non votanti, 29 assenti: con questi numeri l’Assemblea capitolina ha posto la parola «fine» al progetto Stadio della Roma di Tor di Valle approvando la delibera di revoca del pubblico interesse.
La seduta era in «seconda convocazione », cioè con un numero legale più basso dei 24 presenti di una «prima convocazione»: bastavano solo 16 in Aula per garantire la validità della seduta. Determinanti per il passaggio dell’atto i voti dei Pd Giulio Pelonzi e Giulio Bugarini e di Stefano Fassina la cui presenza e il cui voto consente di rimanere sopra il quorum di 16. Il Pd ha presentato una serie di emendamenti, con l’appoggio dei 5Stelle, che hanno cancellato dalla delibera alcuni riferimenti al possesso delle aree.
L’approvazione di questi emendamenti è stata la chiave di volta per l’accordo con i grillini e per il voto finale a favore della revoca. Però, all’appello fra le fila grilline mancano 6 voti, nonostante, su richiesta proprio del Movimento 5Stelle, sia stata effettuata la votazione per appello nominale: anon rispondere sono stati i consiglieri Agnello, Ardu, Diaco, Fumagalli, Paciocco e Penna.
Canta vittoria la Raggi: «Si apre nuovo capitolo per rilancio città. Lo stadio della Roma voglio che sia realizzato. Lo chiede la città, lo chiedono i tifosi giallorossi e anche la società. Ci vedremo al più presto con i Friedkin: è il momento di far diventare il sogno di tanti realtà». Già archiviato il «lo stadio si fa» e «uno stadio fatto bene» di alcuni mesi fa.
Sul voto in Aula si esprime anche la Eurnova di Luca Parnasi, società presentatrice del progetto e fino a febbraio partner della As Roma: «La sindaca annuncia un incontro con Roma, ulteriore evidenza che la revoca è stata portata avanti per ottenere il favore di una società di calcio. Gli avvocati depositeranno tutti gli atti volti a dimostrare l’invalidità e l’inopportunità della delibera approvata e i danni che la società proponente ha subito e di cui dovrà essere risarcita».
Politicamente, alla Raggi risponde Carlo Calenda: «È singolare che la sindaca continui a festeggiare i suoi fallimenti come lo Stadio: un grande investimento affossato negli anni dai cambiamenti di linea del M5s»
FONTE: Il Tempo – F. M. Magliaro