Quella di Josè Mourinho è una gigantesca operazione di recupero. Di se stesso, perché arriva da due esoneri veri e altrettanti mascherati da risoluzione del contratto; delle ambizioni e delle finanze della Roma, l’ultima delle sette sorelle a maggio; di giocatori malmenati dal destino o accartocciati dalle critiche. Per ripristinare il livello in linea con le aspirazioni, è chiaro che tempo e soldi sono necessari: ma già quelli spesi per Abraham sembrano spesi bene.
L’attaccante inglese parte dall’inizio: forse una risposta allo Dzeko in spolvero visto il giorno prima con l’Inter fatto sta che il ragazzo preso dal Chelsea scrive la partita con una presenza determinante in tutte le scene decisive: due assist, una traversa, un’espulsione procurata dopo poco più di un quarto d’ora. E meno male che si allenava da solo per la quarantena. Standing ovation quando esce, al pari di Veretout (doppietta per lui).
La Roma passa sul cambio di Callejon a seguito dell’espulsione: il vantaggio dei giallorossi è firmato Mkhitaryan. Cambia la partita da quel gol, come cambia ad inizio ripresa quando Zaniolo rende il favore alla viola. La Roma ha lo stesso scompenso dei viola e subisce il pari. Ma nella gestione successiva è più lucida: provoca ancora gli errori degli avversari e va a meritarsi la vittoria.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – P. Archetti