Alla fine era commosso. Toccato dentro. Ha applaudito l’Olimpico in festa, si è battuto la mano sul cuore. Josè Mourinho non aveva mai vinto una partita d’esordio in Serie A, l’ha fatto con la Roma che di questi segnali aveva un bisogno enorme. “Posso solo ringraziare i miei tifosi – racconta, ancora emozionato – io non ho dato ancora niente, anzi qui ho vinto la Coppa Italia contro la Roma, ma loro mi hanno dato tantissimo sin dal primo giorno. Tra noi è nata una fortissima attrazione, mi sento già uno di loro. Vedere tanta gente allo stadio, che ha scelto di essere in tribuna invece che restare a casa con l’aria condizionata, è un motivo d’orgoglio. Il calcio è tornato quello vero“.
È stata una grande serata, che neppure l’espulsione di Zaniolo ha rovinato grazie alla grande reazione dopo il pareggio della Fiorentina. È stata la notte di Tammy Abraham, che Mourinho ha lanciato a sorpresa tra i titolari e ha subito dimostrato la ragione per cui è stato acquistato: due assist, oltre all’espulsione più una traversa colpita. “Aveva fatto un ottimo precampionato con il Chelsea, stava bene. E come riferimento offensivo è più adatto a a fare la punta centrale quando hai un avversario che pressa alto: ha tanta fisicità che consente di far salire la squadra. Shomurodov mi serviva dopo, come poi è successo, per sfruttare gli spazi. In futuro potranno giocare insieme, perché Eldor può partire anche a sinistra”
Da caposquadra applaude i giocatori per l’atteggiamento: “Mi sono piaciuti lo spirito, la voglia di sacrificarsi. La solidarietà. La squadra è già mia, da questo punto di vista. Non era semplice dopo la partita di Trebisonda che era stata molto faticosa per noi. Abbiamo dato tutto davvero ciò che potevamo. Davanti ci sono state difficoltà che non mi aspettavo: siamo andati meglio in parità numerica che in undici contro dieci“. Una chiusa sull’arbitro: “Pairetto non ha sbagliato nulla. Il Var fenomenale. È lì per questo, per risolvere gli errori“.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida