Il segreto della felicità è nell’amore. L’amore di Mourinho per la squadra e per i tifosi, l’amore che il popolo contraccambia vedendo una Roma sempre più coraggiosa, tecnica e grintosa. E questo sentimento così travolgente ci mette un attimo a prendere per mano i sogni, trasformando gli “schizzi” in opere d’arte che sembrano già compiute. “Anche se abbiamo avuto qualche difficoltà contro il Trabzonspor – ha detto il portoghese a fine partita – il pubblico ha capito che in noi c’è uno spirito e un senso di appartenenza. E ci ha preso per mano nel momento del bisogno. Per lavorare bene ho bisogno di amare i miei giocatori e la mia gente“.
Erano in 26.000 all’Olimpico per la regola del riempimento al 50%, ma parevano almeno 60.000 per l’intensità dei cori, le esultanze e le standing ovation. Lo Special One ha fatto loro due regali: la qualificazione ai gironi di Conference League e l’inno “Roma Roma Roma” sparato a tutto volume con la squadra in campo, a pochi secondi dal fischio d’inizio, come da sua richiesta. La nuova Roma, intanto, ha già eguagliato un record: negli ultimi 30 anni, solamente la squadra guidata da Garcia nel 2013-14 aveva vinto le prime tre gare ufficiali. Per Mou la ricetta vincente è riassumibile in tre parole: “Mentalità, risultati ed empatia“. La squadra sta crescendo su tutti i fronti, “e io cresco con loro, ogni giorno” ammette con umiltà mister 25 titoli.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. Marota