Fuori da Trigoria ci sono alcuni tifosi. C’è spazio per tutti, ma per Tammy Abraham i decibel aumentano anche solo a vederlo camminare nel parcheggio, ovazioni, urletti. Lo manda Mourinho, ma prima ancora Toni Rudiger. Finora in due partite zero gol, due assist, due pali con colpi di testa ciclonici sotto la Curva Sud, giochi di gambe, pressing, rientri difensivi, un urlaccio teatrale a un turco che aveva appena steso Zaniolo. Visto da vicino è uno splendido giovane uomo, di educazione antica, gli occhi vividi di intelligenza, molto sicuro di sé e non deve essere ostentazione, ma per brama interna.
E’ uscito dalla sua comfort zone e Tammy ha accettato la sfida e non è da tutti. Ci vuole fegato per andarsene dal campionato più ricco del mondo e da casa tua per gettarsi verso l’ignoto: “Sono alla Roma perchè qui c’è ambizione e una visione, e io so riconoscerne una. Poi volevo spiccare il volo. Conoscere un nuovo paese e una nuova cultura, apprendere idee calcistiche, uscire dalla comfort zone. Qui ci sono molte squadre ben preparate tatticamente, più che in Premier League. Il presente è la Roma e le voglio dare tutto me stesso“.
FONTE: Il Messaggero – A. Sorrentino