Un altro test. Per certi versi più difficile dei precedenti, in uno stadio che ritrova la Serie A dopo oltre venti anni e contro una squadra che punterà a chiudere ogni spazio. Salernitana-Roma racconterà a che punto si trova la squadra di Mourinho, prima della sosta ai box per le nazionali. Un assaggio del clima di grande attesa che si respira nella città campana i giallorossi lo hanno avuto al loro arrivo alla stazione: oltre cento tifosi romanisti ad attenderli e a festeggiarli, con Mourinho che ha ringraziato per i cori di sostegno, ma oggi l’Arechi sarà un nemico in più.
Non c’è Zaniolo, ancora assente Smalling, lo Special One deve solo decidere se partire con Carles Perez a destra (l’opzione più probabile) o buttare subito dentro la mischia Shomurodov insieme ad Abraham. Il resto della formazione appare scontato, perché Mourinho ha già scelto i suoi «soldati». «Sarà una gara diversa e difficile – spiega il tecnico – per la prima volta affrontiamo una squadra che difende con una linea a cinque». Quanto all’atteggiamento tattico della Roma, «possiamo fare tutto, giocare come stiamo facendo adesso o cambiare: oggi nel calcio è molto difficile utilizzare un solo sistema». L’entusiasmo scatenato dalle prime tre vittorie in gare ufficiali non gli fa cambiare idea: questa è una Roma che deve costruire qualcosa di importante, ma non ha l’obiettivo di vincere qualcosa subito.
Così Mourinho, quando gli chiedono se l’addio di Ronaldo alla Juventus possa cambiare gli equilibri per la lotta scudetto, scarica le pressioni su uno dei suoi «nemici»: «Dovete chiederlo a Simone Inzaghi». Sul mercato un’altra giornata senza novità, la presenza di Pinto a Salerno al seguito della squadra è la conferma che non ci siano trattative in chiusura. Uno tra Diawara e Villar, poi Olsen, Nzonzi, Pastore, Santon: sono questi, oltre a Fazio col quale ormai si andrà alle vie legali, i giocatori che la Roma vorrebbe piazzare altrove ma il tempo ormai stringe. E senza cessioni non arriverà il centrocampista voluto dal tecnico, che sfrutta la conferenza stampa per bacchettare gli esuberi restii ad accettare offerte.
«Sono giocatori differenti e che hanno gente intorno diversa. Pedro voleva giocare ad esempio, per questo va rispettata la sua professionalità. Qualcuno invece preferisce fare altro (farsi pagare della Roma senza giocare, ndr) e così le cose sono più complicate. Ma ognuno è libero di fare quel che vuole, così come la società o io come allenatore». Della serie: chi è fuori resta fuori, anche se le valutazioni finali sulla rosa si faranno dopo la chiusura del mercato martedì. Mourinho vuole che quel giorno ci sia ancora Borja Mayoral: «Conto su di lui, abbiamo bisogno di tre attaccanti. Non si può affrontare una stagione con sole due punte. Se andasse via non sarei felice». Lo spagnolo e la società sono avvisati.
FONTE: Il Tempo – A. Austini