Dopo i dubbi (suoi) e le ipotesi (maliziose) è stato il campo a raccontare la verità: Mourinho e Mkhitaryan hanno davvero superato le incomprensioni di Manchester e si sono associati in un patto invisibile per migliorare la Roma. Il piano finora sta funzionando bene: Mkhitaryan ha sempre giocato ed è stato protagonista delle vittorie della Roma almeno due volte su tre. A Salerno sono attese nuove imprese. Mkhitaryan viene da una serie di cinque partite consecutive di campionato nelle quali ha segnato, considerando ovviamente anche la scorsa edizione.
Se allungasse la striscia all’Arechi, raggiungerebbe Erik Lamela nella lista dei centrocampisti offensivi della Roma capaci di arrivare a sei giornate di fila. Per quello che vale questa tiepida statistica, è la conferma dell’insostituibilità del soggetto: se sta bene, Mkhitaryan è un giocatore di cui Mourinho non può fare a meno.
Dopo l’addio di Dzeko, è diventato il giocatore di movimento più anziano della rosa. Ma ha lavorato molto sulla prevenzione durante l’estate, per evitare nuovi infortuni. Dei risultati personali della scorsa stagione può essere soddisfatto (46 presenze, 15 gol più assist a iosa), però pretende di onorare la promessa fatta ai tifosi il primo giorno: non me ne vado dalla Roma se prima non ho vinto qualcosa.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida