Cosa avete pensato nel momento dell’infortunio, il 2 luglio contro il Belgio?
“Perché a me? Dopo la botta, ho capito subito: “Mi è saltato il tendine”. È arrivato Bryan (Cristante) e gli ho detto che mi ero rotto tutto. Mi passavano davanti tanti pensieri, l’Europeo che se ne andava, il miglior momento della mia carriera e allora è cominciato un mare di lacrime. Il giorno dopo a Coverciano, però, già mi sono sentito meglio. I compagni mi hanno tranquillizzato. La notte ho faticato a prendere sono, ho fatto di nuovo mezz’ora di lacrime, poi mi sono bevuto due birre e ho detto: “Ok, ora basta“.
A Coverciano diceva “Andiamo ad alzare la coppa con le stampelle”. Era così convinto? “Sì, non lo dicevo tanto per dire. Sicuramente pensavo che saremmo arrivati in finale”.
E il viaggio a Londra? “Stupendo. Quando non gioco ho l’ansia, perciò è stato bello rivedere i miei compagni. Il grande riconoscimento dopo la Spagna lo ricorderò per sempre”.
Prima dell’infortunio si parlava per lei di Real Madrid. Il cervello volava altrove? “No, stavo giocando l’Europeo, pensavo solo a quello”.
Cosa ha pensato nel gennaio 2020, quando l’Inter non l’ha più presa dopo le visite mediche? “Siamo gente con la valigia, ma certe volte ci rimani male. Sono cose che fanno crescere. La mia testa è cambiata lì, è scattato qualcosa, ho detto: “Adesso mi diverto io”. Certe cose servono a rafforzarti. Ho detto a Miriam (la moglie, ndr): “Se mi arrabbio di nuovo per il calcio, dammi uno schiaffo”. Lo facevo troppo”.
Mourinho che impressione le ha fatto? “Sembra che scherzi, ma ti dice le cose come stanno”.
Nel 2022, è più facile che l’Italia rivinca il Mondiale o la Roma un titolo? “Speriamo tutti e due. Credo però che, povera città di Roma, la dovrebbero rifare dopo i festeggiamenti”.
Che effetto le ha fatto vedere gli inglesi che si toglievano la medaglia? “Per me è normale, non è una mancanza di rispetto. Se arrivi secondo, vedi tutto nero”.
Cosa cambierebbe del suo passato? “Il ruolo – cioè vorrei essere stato impostato prima come terzino – e la testa. Avrei dovuto avere più pazienza”.
Tornerà a gennaio, si dice… “Io dico meno. Ecco il mio programma: a novembre mi alleno e dicembre gioco. A Pinto e ai dottori l’ho già assicurato”.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – Sportweek