Questa Roma che pensa in grande esporta le sue ambizioni. Sul palco del Globe Soccer l’a.d. Umberto Gandini illustra i suoi piani tecnici e manageriali: «L’obiettivo è entrare nella hit delle grandi d’Europa, le potenzialità ci sono: ci stiamo attrezzando per sfruttarle». Un paragone con il Milan? «Dopo 3 mesi è difficile fare un bilancio e compararlo con i 23 anni rossoneri. Lì c’è un solo proprietario che negli anni è diventato il custode delle ambizioni. Alla Roma è tutto diverso: c’è un consorzio americano e qui si può programmare. Sono grato a Galliani e Berlusconi, da loro ho imparato. Ma il mio presente e futuro è la Roma».
OPERAZIONE STADIO – Gandini apre poi sul futuro stadio: «Siamo nella fase finale dell’iter per l’approvazione del progetto, sarà pronto per il 2020-21, se non prima. Attorno alla Roma c’è una passione particolare, è un po’ come il Barcellona per la Catalogna. Sfrutteremo anche i social per essere più vicini ai tifosi, ma il progetto più avanzato è proprio lo stadio: un investimento da un miliardo e 200 milioni e l’idea di creare una cittadella dello sport in cui oltre all’evento si possano godere tante altre opportunità di intrattenimento. Del resto i top club in Europa macinano ricavi, anche perché vanno incontro ai tifosi e sono alla continua ricerca di sviluppi del brand».
PROPOSTA E FUTURO – Sul palco c’è anche il proprietario del Legia Varsavia, Dariusz Mioduski, al debutto nel calcio che conta: «Bellissimo affrontare il Real, anche perdendo ci siamo divertiti». Poi Mioduski lancia un’idea per arginare lo strapotere dei top-club: «Il Legia è cresciuto, ma il campionato polacco non basta per competere con i migliori d’Europa. Bisogna pensare a competizioni per le big dei paesi più piccoli». E Gandini (membro anche dello Sport Committee dell’Uefa) concorda: «Ormai in Premier i ricavi sono troppo superiori al resto d’Europa. Può essere giusto unire tra loro le nazioni con introiti minori». L’a.d. giallorosso è però ottimista sulle prospettive italiane: «In A ci sono 4-5 squadre che possono concorrere con le grandi d’Europa. Serve però un intelligente programma di sviluppo. La Roma è già al livello della Juve, il campo lo dimostra. Ma è chiaro che occorre vincere per assicurare al club un seguito maggiore come crescita aziendale».
LA SQUADRA – Quindi Gandini si tuffa sul futuro di Spalletti: «Ha sempre detto che il suo rinnovo dipende dai risultati, non sono sorpreso dalle recenti affermazioni. È anche un modo per tenere alta la concentrazione del gruppo. Nei primi mesi del 2017 ci siederemo ad un tavolo per fare il punto della situazione». Magari anche con Totti, chissà: «Sta attraversando una stagione un po’ complicata, ha avuto qualche infortunio. Ma può giocare fino a quando vuole, anche Spalletti è in linea su questo. Non credo che accetterà di essere un giocatore se non potrà incidere ancora».
PARLA PALLOTTA – Di Totti ha parlato attraverso il sito ufficiale anche Pallotta: «Il contratto non è stato un premio, una ricompensa per le prestazioni del finale della scorsa stagione. Semplicemente lui pensava di poter continuare e noi pensavamo potesse dare ancora un contributo». Poi due botte. La prima a Garcia («È stato facile decidere di esonerarlo, visto le tante partite senza vittorie. Ma forse dovevo farlo prima. Continuando con lui non saremmo arrivati neanche quinti»), l’altra — indirettamente — a Sabatini: «Abbiamo il miglior vivaio d’Italia, serve una riflessione sui nostri giovani da tenere nella Roma e non da mandare in giro. Non credo sia successo abbastanza in passato, succederà di certo in modo significativo in futuro».