Vissuto come un incubo da molti club, aggirato da altri, condannato o esaltato a seconda delle situazioni. Il Fair play finanziario cambia veste o almeno prova a farlo. Oggi a Nyon, la Uefa presenterà a tutte le componenti del calcio (Eca, Leghe, Fifpro, Federazioni, tifosi e agenti) la sua nuova riforma. Sarà un Fair play alleggerito, più di manica larga. Dovrebbe sparire l’obbligo del pareggio di bilancio e per farlo sarà necessario aprire, o meglio riaprire, ai contributi. Gli azionisti di controllo potranno immettere capitali freschi nel club per riequilibrare i conti. L’altra novità, ma qui il percorso pare piuttosto accidentato, è l’introduzione di un tetto salariale tra il 65 e il 70 per cento dei ricavi. Il salary cap può passare solo con due condizioni vincolanti: deve riguardare il monte ingaggi complessivo del club (non i singoli) e deve essere uniforme, in vigore in tutti i Paesi, per non creare disparità.
Uno dei limiti del Fair play finanziario è che riguarda solo i club partecipanti alle coppe: un paradosso. Così com’è non piace granché alle varie Leghe, il rischio è di allargare ulteriormente la frattura tra grandi e piccoli. In tutta Europa ci sono circa 1.500 club, solo un centinaio partecipano a competizioni internazionali, le restanti società sono impegnate esclusivamente in tornei domestici e restano fuori dalle regole Uefa e anche dai compensi.
Da decidere anche le punizioni in caso di infrazione del Fair play finanziario. Le multe sono lo strumento più scontato. Gli azionisti potranno sforare i nuovi parametri sugli ingaggi ma dovranno pagare una luxury tax a favore del sistema. Una scelta che non può essere un deterrente, soprattutto per club ricchi e con una capacità di spesa quasi illimitata.
A tenere banco nelle discussioni resta poi la proposta lanciata dalla Fifa di un Mondiale ogni due anni. La Uefa è contraria e il presidente Ceferin lo ha ribadito a più riprese e ha minacciato un boicottaggio da parte delle Nazionali europee e sudamericane. Il progetto però va avanti e se ne tornerà a discutere nel 2022, quando i 211 membri del congresso Fifa saranno chiamati a votare una proposta ufficiale. La formula del Mondiale biennale dovrebbe partire dal 2028 (il 2026 è già assegnato al Nord America). Prima bisognerà rivoluzionare il calendario e i campionati, non facile.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. De Carolis