La rinascita del Faraone. Dall’errore di andare in Cina al ritorno in Italia, dall’Europeo sfumato al ruolo di riserva in giallorosso. Stephan El Shaarawy con Mourinho sta riscalando posizioni e ora insidia Mkhitaryan. Ha lavorato tanto per tornare protagonista, dal preparatore personale alla dieta. È nel deserto di Dubai che il Faraone ha costruito la sua seconda vita, quella che domenica sera all’Olimpico è stata celebrata con un gol-liberazione. Bisogna infatti riavvolgere il nastro di almeno 9 mesi per cogliere le ragioni di una rinascita. Partendo dal Burj al-arab, uno degli hotel più lussuosi al mondo, al largo della spiaggia Jumeirah, su un’isola artificiale a pochi chilometri dal centro di Dubai. Qui Chris Bowman, ex preparatore atletico del Leeds e il personal trainer Richmond Ferrer hanno lavorato sul fisico di El Shaarawy rinforzando il suo tono muscolare per ri-consegnarlo in ottime condizioni alla Roma.
Con Fonseca, però, non è mai scattato quel feeling tecnico che ad esempio c’era con Spalletti, Di Francesco o per pochi mesi con Ranieri. E che adesso spera di avere con Mourinho. Ha fatto di tutto per tornare a Roma, si è allenato per mesi da solo per farsi trovare pronto. Due gol in pochi giorni, al Trabzonspor e al Sassuolo, sfruttando i pochi minuti avuti a disposizione entrando dalla panchina. Ora il suo obiettivo è riconquistare l’Azzurro. A gennaio è tornato in Italia proprio per questo, ma nella passata stagione non ha avuto acuti e dopo essere stato inserito nel gruppo iniziale è stato escluso da Mancini. Oggi nella Roma deve guadagnare spazio e sta provando a farlo a suon di gol. Mourinho punta su 14-15 giocatori e il Faraone vuole esserci.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. D’Ubaldo / G. Marota