Oggi alle 13.00, il mister Josè Mourinho e il giocatore Stephan El Shaarawy risponderanno alle domande dei giornalisti nella conferenza pre gara di Roma-CSKA (domani alle ore 21.00). Tuttoasroma seguirà l’evento con diretta TV dal profilo ufficiale facebook della società:
MOURINHO C’è tanta attesa, siamo a 30mila biglietti venduti. Come sta la squadra e come si mantiene questo livello di tensione molto alto?
“5 vittorie non sono 50. Non c’è ragione per essere ultra ottimisti, ultra positivi, fuori di testa, non c’è motivo per questo. Ovviamente i risultati positivi sono importanti perché aiutano il processo di miglioramento della squadra. La gente, i tifosi, sono felici penso ma anche loro devono essere equilibrati come lo siamo noi. Capire che è un processo e che stiamo lavorando solo da 2 mesi. Si sente un’evoluzione, chiaramente, però ‘tranquilli tranquilli’. E’ bello che ci siano sempre tifosi, magari può spingere le autorità a capire che c’è una voglia tremenda, tutti i tifosi aspettano che ci sia una normalità. Mantenere l’ambizione e questa voglia di lavorare nei limiti è una caratteristica che vogliamo mantenere. Tutto quello che è meno di 100% non è niente, dobbiamo mantenere queste caratteristiche che sono permanenti, non negoziabili. Però il nostro spirito, la nostra empatia coi tifosi, non è negoziabile, vogliamo avere sempre questa caratteristica anche quando arriverà una sconfitta. Ovviamente farò dei cambi, non giocheranno gli stessi ma l’importante è mantenere una struttura perché è importante un risultato positivo”.
Gioca Zaniolo o Carles Perez? “I giocatori ancora non lo sanno chi gioca quindi non lo dico qui. Con Nico bisogna trovare un equilibrio però tranquillo, senza sentire alcun tipo di tensione. L’infortunio è nel passato, le sensazioni negative anche. L’altro giorno era stanco, capisco che in Nazionale non ci alleni tanto, se va e non gioca di solito torna con una condizione fisica più bassa e noi abbiamo sentito questo anche con altri giocatori. E’ un giocatore che sta al 100%, l’infortunio è nel passato, è importante per lui dimenticarlo”.
Ha usato solo 13 titolari. Come si tiene compatto il gruppo? Il fatto di poter essere il primo allenatore a vincere tutte e tre le coppe europee è una motivazione extra per lei?
“I giocatori sono intelligenti, i giocatori capiscono le cose. Guardano come parliamo con loro, come li vediamo, che feedback gli diamo. Stephan capisce perfettamente che per me è un giocatore molto importante, per me è un titolare che non sono solo 11. Non ho mai avuto una squadra dove la squadra che ha iniziato la stagione è quella che la finisce. La stagione non è autostrada, ci sono tratti tortuosi e coi giocatori succede lo stesso. E’ molto difficile per un giocatore iniziare la stagione e finirla da titolare, devono capire che senza di loro siamo morti, non facciamo nulla con 11 giocatori. Stephan mi piace tanto, mi piacciono le sue caratteristiche, quando abbiamo iniziato la stagione doveva capire di migliorare la sua condizione migliore che aveva perso tra Cina, infortunio e il ritorno a Roma a metà stagione. E’ in crescita come se fosse un ragazzino, nonostante abbia tanta esperienza. Prima della partita contro il Sassuolo abbiamo parlato un po’, che avrebbe giocato titolare col CSKA Sofia e più di questo gli ho detto che è un titolare. E’ un gruppo unito, che sa che deve rispettare le decisioni dell’allenatore, sotto questo aspetto è un buon gruppo. Come assistente ho vinto anche una coppa che non esiste più, la Coppa delle Coppe, non ho pensato a questo ma mi piacerebbe vincerla. Ma siamo lontanissimi dal farlo, è solo la prima partita del girone. Il primo passo è vincere il girone, per questo domani andiamo e staremo tutti là, nessuno andrà in vacanza, nessuno riposerà. E’ un progetto collettivo e se qualcuno di quelli che ha giocato domenica va in panchina deve aiutare”.
Le partite migliori negli ultimi anni le ha fatte in Coppa la Roma…. “E’ facile dire che hanno fatto bene in Europa League nella scorsa stagione, la sconfitta col Manchester United è stata pesante ma è una squadra con un potere diverso rispetto alla Roma. Se questa squadra è più adatta ad un’eliminatoria veramente non lo so però il campionato è molto, molto importante per noi. Ovviamente è molto più importante il campionato della Conference però voglio che la squadra abbia la mentalità di pensare alla prossima partita, anche quando arriverà la Coppa Italia. Voglio che la squadra sia preparata per giocare in tutte le competizioni. Non è un problema dirlo perché loro lo sanno, domani gioca Calafiori e non Vina”
Si aspettava ieri di trovare quasi 200 persone fuori dal ristorante? Le era mai capitato in carriera? “E’ importante per noi, per i giocatori che arrivano per la prima volta in Italia come Vina o Tammy che capiscono dove sono arrivati. Questa empatia che si è creata tra noi e i tifosi è molto, molto, molto importante però noi dobbiamo avere esperienza e tranquillità. Per esempio, oggi abbiamo fatto una riunione sulla partita col Sassuolo e abbiamo trovato errori individuali e collettivi, dei principi di gioco migliorati. Se i tifosi capiscono che siamo continuamente al lavoro per la squadra per noi è un plus. Sono convinto che senza quel gol di El Shaarawy, la gente sarebbe andata a casa col senso che la squadra lavora, è unita e dà tutto sul campo”.
Sta pensando a qualche cambio sui centrali difensivi? Come sta Kumbulla? “Se gioca Kumbulla e non gioca Mancini mi chiedi se c’è qualche problema di Mancini, se non gioca Smalling mi dici che sono una parola che non posso dire, che ho un problema con Smalling che viene da Manchester, se non gioca Ibanez mi dici… è così. Sono quattro, il numero giusto, se cambio sempre, qualcuno penserà che serve far giocare gli stessi due. Quello che posso dire è che sono contento del gruppo dei centrali, hanno caratteristiche ed età diverse, punti forti diversi e punti meno forti diversi. Sono contento di loro quattro. Se mi chiedi domani se cambio entrambi, dico di no”.
Avete iniziato molto bene in Serie A, lei è esigente e ha individuato dei difetti. Cosa chiede alla squadra per migliorare? “Non siamo una squadra perfetta, c’è ancora molto da lavorare, abbiamo commesso errori sui quali dobbiamo lavorare quotidianamente, siamo una squadra umile e consapevole dei problemi. Domani non è una gara con le stesse pressioni di quella contro il Trabzonspor, ci sono 6 gare nel girone e si possono perdere punti, il nostro obiettivo è qualificarci rapidamente e da primi. Affrontiamo una squadra contro cui la Roma ha vinto e perso, una squadra buona”.
EL SHAARAWY Dopo questo gol magico, rispetto alle tue abitudini, quest’anno parti un po’ di rincorsa. Come ci si cala in questa nuova veste? “Non la vivo con tanta pressione, ho tanti anni di esperienza in Serie A, capisco quello che chiede il mister, le sue esigenze, la competizione nei reparti. Bisogna saper accettare le decisioni del mister. Come ho detto dopo la gara, l’attesa vale il prezzo. Quello che ho fatto è stata una cosa molto importante per me, quindi bisogna saper aspettare e farsi sempre pronti. Questo penso sempre e questo mi ha contraddistinto negli anni”.
Anche in vista del mondiale, tornassi indietro riaccetteresti la Cina? “Per me è un capitolo chiuso. Ho fatto un’esperienza, ho preso questa opportunità, ma l’obiettivo era quello di tornare a Roma, ci sono riuscito. Penso esclusivamente alla Roma, a fare bene qua e a riconquistare la nazionale”.
Che differenze ci sono tra la Roma che hai lasciato e quella che hai ritrovato? Vedi in maniera diversa l’ambiente di Roma? L’entusiasmo può colmare le lacune? “Ho trovato una Roma molto forte a livello di qualità. Avevamo iniziato bene il campionato e poi ci siamo persi. Siamo ripartiti con un progetto fatto di giocatori di esperienza e giovani, con grande qualità. Abbiamo investito tanto sull’allenatore, che ha esperienza e qualità. C’è molta aspettativa, ma non ci deve caricare di pressione, determinazione ed entusiasmo, che va alimentato”.
Quanta competizione sana c’è nello spogliatoio? “C’è tanta competizione, per ambire a obiettivi importanti non ci deve spaventare. L’obiettivo di ognuno deve essere lavorare con serietà e impegno. Ci saranno momenti in cui le cose non andranno bene. Siamo partiti forte ma serve tenere alta l’asticella, i momenti difficili arriveranno e dobbiamo essere pronti”.
Come cambia il modo di giocare con Abraham? “Giovane, si è ambientato veramente bene qui a Roma. È stato accolto nel modo giusto, si è integrato nel migliore dei modi. È un giocatore completo, ha molta tecnica, attacca la profondità e protegge palla. È fondamentale”.
È stato più difficile ritrovare la condizione atletica o quella mentale dopo la Cina? “Più atletica. Nell’anno in cui è scoppiato il COVID siamo stati fermi sette mesi, sono rientrato in Italia giocando solo con la nazionale, non mi allenavo con nessuna squadra. Quest’anno la prima preparazione dopo tre anni, a livello fisico dovevo carburare in un tempo maggiore. Ne abbiamo discusso coi preparatori, abbiamo fatto una preparazione idonea, mi sento molto bene, l’obiettivo è continuare”.
FONTE: Redazione Tuttoasroma – R. Moilinari