Una valanga di gol, 90, come la paura. Ottantasei sono di Luciano Spalletti, quattro vanno restituiti a Rudi Garcia, che nel 2016 ha giocato due partite, a Verona contro il Chievo (3-3 Sadiq, Florenzi, Iago Falque) e in casa con il Milan (1-1 Rudiger), prima di essere esonerato. Almeno nella classifica del gol segnati nell’anno solare, la Roma svetta al primo posto. A più sette dalla Juve, che siede al terzo posto, una volta tanto non è prima. Questo ci porta al solito discorso: per vincere lo scudetto devi subire meno degli altri, o comunque avere un equilibrio. La Roma, l’equilibrio, lo ha trovato negli ultimi mesi dell’anno, il resto del tempo lo ha impiegato a inseguirlo. E’ chiaro: Spalletti sta qui da nemmeno un anno, visto che la prima volta in cui si è riseduto sulla panchina della Roma era il 17 gennaio scorso, sfida casalinga con il Verona, quindi il lavoro è appena cominciato. Poi il calore del gol è sbocciato di lì a poco, dalla terza partita in poi (la seconda era con la Juve allo Stadium, zero gol segnati), con il Frosinone (tre reti). La Roma nel 2016 ha segnato un gol in più del Napoli e, come detto, sette più dei bianconeri. Poi c’è l’abisso, basti considerare i 35 gol più dell’Inter o i ventitrè rispetto alla quarta, il Torino, o i ventisei in più della Lazio. Sulla vena gol, insomma, c’è match con poche. La sagra è stata aperta contro il Chievo (al Bentegodi), da Sadiq, ed è stata chiusa da Perotti, nell’ultimo match sempre con il Chievo ma all’Olimpico.
LA GIOSTRA – Dzeko si è ritrovato con l’inizio della nuova stagione, anche se nelle ultime gare ha un po’ tirato il freno, realizzando solo tre centri nelle ultime otto partite. E per il momento il bosniaco è quello che, dei novanta gol, ne ha segnati più di tutti, 18. L’altro bomber, e questo fa pensare a quanto la Roma perderà nel prossimo mese quando andrà a giocare la coppa d’Africa, è Salah con 17 reti. Urge sostituto all’altezza. Sono diciassette in tutto gli uomini andati in gol. Ben messo è anche El Shaarawy con 11 reti, poi Nainggolan con i suoi 9 gol segnati proprio da quando c’è Spalletti. Stesso dicasi per Perotti, stesso numero di reti di Radja. Gli altri: Totti 6, Florenzi 4, Pjanic 3, Ruediger 2, Strootman 2, Digne 2, Sadiq 1, Paredes 1, Iago Falque 1, Keita 1, Emerson 1, Manolas 1 e un autogol. Novanta, appunto.