E’ stata una strada lunga 8 anni, con alti e bassi ma fatta sempre correndo. La Roma si separa, in parte, dal suo ad Guido Fienga e nomina al suo posto Pietro Berardi. Non sono volati piatti, è stato un passaggio pianificato che però ha avuto un’accelerazione. L’addio di Fienga è comunque la definitiva fine dell’era Pallotta e un altro passo verso un’era Friedkin dove i proprietari sono sempre più presenti, al contrario di quanto avveniva col bostoniano. Fienga era l’ultimo dirigente della vecchia gestione, anche se è stato il traghettatore verso quella nuova.
Ha tenuto la fiammella della trattativa accesa anche quando sembrava tramontata per la pandemica e per i modi rudi di Pallotta, con il quale non si è lasciato benissimo. Fienga ha scalato la Roma a partire dal 2013 quando, dopo varie esperienze, fu chiamato da Pallotta per rifondare l’area media. Poi via via è salito fino ad arrivare alla carica di CEO e membro del CdA. Ha dovuto occuparsi anche del calciomercato nel 2020, quando ha ricoperto ufficiosamente la carica di direttore sportivo dopo il licenziamento di Petrachi. Su un argomento non si è trovato d’accordo con la societa: il voto a DAZN e l’abbandono alla lotta per l’ingresso dei fondi di invesimento.
FONTE: Il Corriere della Sera – L. Valdiserri