La data di ieri rischia di diventare uno spartiacque. Mourinho non è tipo da ripetere le cose più di una volta e dopo essersi preso la responsabilità della sconfitta e dopo aver tirato bordate a una parte della rosa ieri sera ha mandato un messaggio sibillino alla proprietà, quando gli chiedono come avrebbe spiegato la disfatta ai Friedkin. Il tecnico ha detto “non è il 6-1 che mi fa dire qualcosa internamente e che non ho mai voluto dire in modo obiettivo pubblicamente”. Un giro di parole che confuta quello che aveva detto Tiago Pinto nel pre-partita “a Mourinho sempre la stessa domanda per un problema che non esiste”.
Il problema però esiste e ieri in Norvegia le folate di vento hanno definitivamente spazzato via la foglia di fico. Mourinho ha già detto che non vuole abbandonare la nave prima dei tre anni di contratto, ma non vuole neanche esporsi a queste brutte figure. Se si vuole partecipare alla lotta per la Champions, a gennaio un terzino, un difensore e un centrocampista sono il minimo. Ieri è un punto di non ritorno: le parole del tecnico sono pesanti come macigni “una cosa è la squadra di 12-13 giocatori, un’altra sono gli altri. Non è un problema di mentalità, ma di qualità. Ora non mi chiederete più perché non giocano”.
FONTE; Il Messaggero – S. Carina