Sono trascorse dieci giornate, se ne è andato un quarto del campionato, restano più o meno intatte le speranze della Roma di non scendere dal treno che porta alla prossima Champions. La lotta per il quarto posto è ancora apertissima, e probabilmente tale resterà fino alle battute finali del torneo.
La Roma vive di scatti nervosi, indispensabili ad alterare quell’andatura lenta che ieri sera, per un’oretta, ha fatto pensare il peggio possibile. Privata del fuoco sacro che la anima quando gioca a difesa del suo fortino, la Roma non faceva paura a nessuno: una squadra che non spingeva mai sull’acceleratore per tutto il primo tempo, incapace o indisponibile a superare l’andamento del piccolo trotto, prevedibile, noiosa, davvero una cosa piccola piccola.
Confermava una sensazione generata dalle ultime uscite, che fosse volata via come foglia d’autunno, la magia dei primi giorni, l’atmosfera che si percepiva nelle ore ancora calde di fine estate, quando (quasi) tutto sembrava possibile, divertirsi, vincere, crederci. A cosa di preciso, nessuno era in grado di dirlo, ma qualcosa di buono, anzi di speciale sarebbe venuto.
Conosciamo l’obiezione: di suggestioni non si vive ma di risultati, e, dunque, quest’aria da macaia emigrata in Sardegna era impropria e intempestiva. La classifica, del resto, in nessun caso avrebbe indotto a considerazioni definitive, né avrebbe prodotto cadute in depressione: il biglietto per la Champions è ancora acquistabile, e solo questo interessa ai signori del bilancio.
Poi, figuriamoci, è arrivata la scossa, e chissà che non la abbia prodotta più quella sostituzione clamorosa ma in perfetto stile Mourinho – fuori il reprobo Vina, dentro lo sconosciuto ragazzino – che il gol di Ibanez. Ma insistiamo: la Roma non può vivere solo di reazioni rabbiose, deve ritrovare un po’ di quella leggerezza iniziale, liberarsi di qualche tossina di troppo accumulata nell’ultimo mese.
Ricordate la corsa sotto la curva di Mourinho, incapace di trattenere la gioia per la rete decisiva contro il Sassuolo? Ecco, urge tornare a quelle atmosfere, e liberarsi delle polemiche arbitrali, delle punizioni ai giocatori scarsi o irrispettosi, delle frecciate a questo e quello. Ma la leggerezza, la voglia di divertirsi e divertire, la recuperi subito Mourinho. Consiglio non richiesto, ma sincero.
FONTE: Il Messaggero – A. Catapano