Cinque gol e sette pali colpiti. Il bilancio di Tammy Abraham – tra campionato e coppa – fino a questo momento racconta di un giocatore che sta cercando la propria dimensione con la maglia della Roma.
Cercando di diventare un “mostro”, come gli chiede Mourinho. “Il mister mi dice sempre che sono un ottimo giocatore e mi ha suggerito di lavorare per sviluppare una maggiore cattiveria – spiega il centravanti al “The Telegraph” – Mou mi ha detto di diventare una specie di mostro”.
Il portoghese vede potenzialità inespresse nelle gambe del numero nove inglese, intenzionato ad aiutarlo in fase offensiva affiancandogli un altro attaccante per non lasciarlo troppo isolato davanti. Chiedendogli di tirare fuori più cattiveria. “In campo non si può essere gentili, hai bisogno di quel carattere, devi spaventare i difensori e sotto questo aspetto sto cercando di migliorare – ammette Abraham, svelando le tecniche motivazionali utilizzate dallo Special One – Mou mi ha detto che ero un giocatore troppo buono, che dovevo acquisire quella aggressività che si ottiene crescendo. Ho cercato di ambientarmi presto e ho cominciato ad imparare un nuovo stile di calcio. Sono andato a spiegare le mie ali e spero di poter mantenere il livello di prestazioni di cui ho bisogno per rimanere nella squadra“.
Non si aspettava però che in Italia potesse essere così difficile e sta scontando le difficoltà d’ambientamento, con Mourinho che gli sta con il fiato sul collo. Il tecnico riprenderà a lavorare oggi pomeriggio a Trigoria per preparare la trasferta di domenica prossima a Genova, contro il Genoa. Puntando tutto sul “mostro” Abraham.
FONTE: La Repubblica – F. Ferrazza