Due gol, due assist e un’ammonizione. Che poi è l’emblema della voglia di spaccare il mondo e della crescita fisica e mentale di un ragazzo che sul 6-0 rincorre un avversario e lo butta giù, incassando un giallo. Meritato e non banale.
La prestazione generale in azzurro, dunque si è trasformata in un messaggio, neanche così velato, a Mourinho e all’universo Roma. Edoardo Bove c’è: questi mesi in prima squadra gli sono serviti per diventare più solido, completo, dinamico.
Del resto, nella parentesi delle nazionali, il centrocampista cresciuto a Trigoria – con la fascia di capitano al braccio e la numero dieci sulle spalle – si è trasformato nella stella più luminosa dell’Italia Under 20, squadra che ha stritolato i pari età della Romania di Lobont con un clamoroso 7-0.
Bove ha giocato da mezzala dimostrando di stare sul pezzo, di essere un giovane talento che può tornare utile nell’immediato a una Roma che non ha trovato ancora un’alternativa valida ai titolarissimi.
Bove, va ricordato, è uno dei giocatori che ha convinto Mourinho fin da subito. L’ha portato nel ritiro in Portogallo aggregandolo alla prima squadra al pari di Zalewski e Darboe. Non è mai più sceso nella Primavera di Alberto De Rossi, dove alla fine dell’anno scorso ha coperto il buco lasciato da Darboe, per poi lasciarlo a Tripi. Una porzione di campo “fortunata” considerando che adesso tutti e tre si allenano in pianta stabile tra i grandi.
FONTE: Il Corriere dello Sport – L. Scalia