Malagò pensa alle dimissioni e chiede un incontro al premier Mario Draghi. Il big bang causato dalla riforma dello sport italiano, dalla conseguente divisione di poteri e funzioni tra Coni e Sport e Salute e da una sfilza di decreti attuativi non lascia tranquillo il numero uno del Comitato olimpico nazionale.
E ieri, in Giunta, Malagò è tornato a ipotizzare un suo possibile passo indietro. “Qui non si arriva a Natale“, è il pensiero che filtra da Palazzo H sul futuro di Malagò. Tanti i problemi sul tavolo che spingono Malagò a una riflessione sul suo futuro. “Se non si risolvono andrò da Draghi a chiedere come possiamo gestire un ente pubblico senza pianta organica“, è il pensiero del presidente del Coni, che ha polemizzato anche con il Dipartimento per lo Sport, sottolineando che “non ha giocato una partita in sintonia con le indicazioni del sottosegretario, sta facendo ostruzione. È un rimpallare di lettere. Dire che siamo sconcertati è poco – ha aggiunto Malagò – faremo presente tutto questo al Cio“.
Tra le categorie a rischio vi è anche quella dei giornalisti dell’ufficio stampa, che rischiano di dover rinunciare al contratto di categoria e restare come semplici funzionari, al Coni. Valentina Vezzali risponde: “Il Dipartimento per lo Sport ha sempre agito in conformità con le leggi dello Stato“. E fa sapere che per la definizione della pianta organica è stato “investito il Dipartimento della Funzione Pubblica“. Ad agitare i vertici del Coni è anche la mancata partenza della società incaricata di realizzare le opere infrastrutturali per i Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina.
FONTE: Il Tempo – A. Pinchi