Se si attendeva dicembre e questo ciclo di partite per avere un’idea più chiara delle potenzialità della Roma in questa stagione, c’è l’amara sensazione che un primo verdetto sia già acquisito. Pur non demeritando, infatti, a Bologna è arrivata la sesta sconfitta in campionato su 15 giornate, troppe per considerare questa squadra in grado di lottare per le prime quattro posizioni della classifica. E infatti il Napoli è rimasto in vetta pur pareggiando mentre Milan, Inter e Atalanta hanno vinto nettamente le loro sfide e la Roma invece ha perso, e la sensazione è che questo treno ormai sia irrimediabilmente passato. Al quinto posto c’è ancora la squadra giallorossa a guidare un gruppetto di 5 formazioni che lotteranno per l’altra Europa, e proprio il Bologna si è inserita tra queste. Ieri gli è bastato un bel gol di Svanberg più o meno alla mezz’ora per avere la meglio su una Roma che come al solito deve aggiungere la direzione arbitrale alle già larghe recriminazioni per il proprio comportamento.
Un po’ per l’antipatia che evidentemente richiama Mourinho con i suoi comportamenti (anche ieri ammonito per un gesto di protesta), un po’ per il passaparola che ha chiaramente indotto gli arbitri a non considerare fallosi a prescindere gli interventi sempre più spregiudicati dei difensori su Zaniolo (anche ieri ammonito per una simulazione mai commessa, quando non è riuscito a passare in area tra due gambe incrociate avversarie, e si può discutere se fosse o meno rigore, ma restare in piedi in quel ginepraio sarebbe stata impresa da equilibristi) e tanto per l’incredibile ammonizione comminata a Abraham, decisiva per fargli saltare sabato la sfida con l’Inter, a cui peraltro mancheranno anche El Shaarawy (infortunato al polpaccio dopo un salto non ammortizzato, impossibile recuperare in due giorni) e Karsdorp, alla seconda ammonizione stupida consecutiva e anche lui in diffida. Tutti motivi di amarezza per i 2000 tifosi arrivati fino a Bologna, a colorare di rosso e di giallo l’intero settore ospiti del Dall’Ara e anche altri pezzi di tribune, e per le centinaia di migliaia di tifosi che invece l’hanno vista in tv.
La partita era cominciata con l’abbraccio tra i due amici Mourinho e Mihajlovic, uniti anche nell’evoluzione tattica delle loro squadre, partite entrambe in stagione con l’idea di attaccare con il 4231 e sviluppate poi con maggior equilibrio con tre difensori e sei centrocampisti variamente assortiti. Nello specifico, al Dall’Ara si sono affrontate schierando entrambe cinque centrocampisti, un trequartista e una punta. Il Bologna ha infatti abbassato Soriano come interno di destra, tra l’esterno Skov Olsen e il play Dominguez, mentre a sinistra si sono piazzati Svanberg e Hickey in fascia. Più avanti Barrow chiamato a svariare dietro Arnautovic, ma la coppia è durata poco perché l’austriaco è andato ko per un risentimento muscolare dopo un quarto d’ora ed è stato sostituito da Sansone che ha però lasciato l’onere della posizione da prima punta a Barrow e si è sistemato a trequarti col compito di infastidire Diawara nella prima impostazione.
Il guineano è stato scelto inizialmente per la cabina di regia della Roma, in versione gialla come a Genova (curiosa scelta di giocare con quella fascia trasversale sul petto rossoblù proprio contro squadre rossoblù), con Cristante finalmente guarito dal Covid salito in mattinata per andare in panchina (entrerà nel finale, senza incidere). In mezzo anche Veretout e Mkhitaryan, con Karsdorp e El Shaarawy ad attaccare da esterni, e Zaniolo vicino a Abraham a cercare qualche combinazione magica che però per tutto il primo tempo non si è vista. A dir la verità la partita sin dall’inizio l’ha fatta la Roma, però già all’intervallo si è andati con il Bologna in vantaggio per 1-0, grazie alla splendida intuizione di Svanberg al 35°, un destro a giro a baciare il paletto alla sinistra di Rui Patricio, tiro peraltro arrivato dopo una palla mal gestita in uscita dalla Roma e oltretutto dopo un primo controllo sbagliato dallo svedese.
Due le occasioni ghiotte sprecate dalla Roma, entrambe per Abraham, sbadato nella prima (colpo di testa solitario al 19° su movimento sbagliato della linea bolognese, misura sbagliata), sfortunato nella seconda (pallonetto su assist di El Shaarawy al 42°, con Skorupski che sembrava aver perso il tempo per arrivarci in tuffo, e invece poi l’ha trovato con un mezzo saltello in più). Gravissimo, prima dell’intervallo, l’errore di Pairetto. Liberandosi in dribbling a metà campo, Abraham ha subito l’ostruzione di Svanberg che nell’impatto è caduto all’indietro, toccato da una mano alta di Tammy: sarebbe stata punizione per la Roma, ma Pairetto ha ammonito l’inglese, disperato per l’immeritato provvedimento.
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FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco