La serata (quasi) perfetta si sviluppa tra la Bulgaria e l’Ucraina, in una serata freddissima, ma limpida per come comincia e per come finisce, con la Roma che vince ancora in trasferta segnando tre gol e subendone due nel finale, va in rete per la ventesima partita europea consecutiva (solo la Juventus tra il 1996 e il 1997 ha fatto meglio, con 21), si porta a casa il momentaneo primato da capocannoniere per Abraham, (sei reti in sei partite in coppa, decima stagionale), conquista il primo posto del girone grazie al pareggio imposto dallo Zorya al Bodø nella sfida di Zaporizhzhya e dunque vola agli ottavi di marzo di Conference League risparmiandosi la seccatura dello spareggio in doppia data a metà febbraio con una delle squadre scese dall’Europa League. (…)
Due le note negative della serata: il calo di tensione che nel finale ha consentito al Cska di segnare due gol, a far balenare la clamorosa beffa, e l’infortunio di Zaniolo, tenuto a riposo all’inizio da Mourinho, messo in campo al 23° del secondo tempo e uscito neanche un quarto d’ora dopo per un risentimento all’adduttore. A Roma gli esami.
La partita invece si era messa in discesa da subito: nei primi dieci minuti la squadra giallorossa è rimasta praticamente dentro l’area del Cska (battendo, peraltro non benissimo, cinque calci d’angolo consecutivi) e ne è uscita solo dopo essere andata in vantaggio, al 15°, con una bella incursione in area firmata Bove e Mayoral, con preciso suggerimento dello spagnolo per Karsdorp e passaggio orizzontale per Abraham, che ha dovuto solo appoggiare la palla nella porta rimasta vuota: assist e gol dei due squalificati contro l’Inter. (…)
E la Roma non si è fatta pregare. Per tutto il primo tempo ha decisamente controllato la partita (con punte di possesso palla vicine al 70%), ha spinto alla ricerca del raddoppio, trovandolo al 34° grazie soprattutto ad una bella discesa di Bove sulla destra, con suggerimento basso sfilato fino al lato opposto, con nuovo cross di Viña deviato da un sapientissimo colpo di tacco di Borja Mayoral, ad ingannare il portiere.
E nel finale ancora lo spagnolo si è infilato in un varco centrale aperto da Abraham e si è presentato a tu per tu con il portiere, calciando però alto, probabilmente per un rimbalzo malandrino del pallone. A confortare lo sforzo le notizie provenienti dall’Ucraina, con lo Zorya che si è trovato in vantaggio poco dopo il primo gol giallorosso proiettando così la Roma al primo posto del gruppo C, utile a saltare lo spareggio di metà febbraio. Ma c’era ancora il secondo tempo da giocare, a Sofia come a Zaporizhzhya.
E un po’ di cose sono cambiate, senza per fortuna rivoluzionare il corso di una serata che si è palesata subito propizia. Intanto la Roma ha chiuso la questione risultato realizzando all’8° della ripresa il gol della tranquillità (e si è visto alla fine quanto sia servito): sul cross di Karsdorp da destra sfiorato di testa da Bove si è avventato Abraham che prima ha domato la traiettoria e poi ha liberato il suo destro, praticamente all’altezza del dischetto del rigore, senza dare scampo al povero Busatto, che non ha fatto neanche in tempo a guardare la coordinazione dell’inglese che il pallone gli era già sfilato tra le gambe. (…)
Alla mezz’ora il gol dei padroni di casa (scarico dalla fascia colpevolmente ignorato da Cristante e sinistro all’angolino di Catakovic) che ha dato un senso diverso alla sfida in atto, nonostante ormai tutta l’attenzione almeno dei giallorossi fosse orientato soprattutto sulle notizie dall’Ucraina, dove il Bodø nel frattempo aveva pareggiato.
Così il finale è stato sofferto, con i bulgari che hanno preso coraggio, Zaniolo che si è fermato toccandosi l’adduttore (è rimasto in campo solo un quarto d’ora, sostituto da Darboe, con la Roma a quel punto schiacciata all’indietro e priva del secondo punto di riferimento offensivo), e il brivido del gol del 2-3, segnato da Wildshut (con Cristante ancora poco vigile, attirato solo dal pallone) con un gran destro che ha decisamente ingannato Fuzato. Ma non è cambiato altro, a Sofia e in Ucraina. E alla fine è stata festa grande.
FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco