I sentieri del mercato internazionale gli hanno tolto di torno uno dei principali concorrenti: il connazionale Franco Vasquez è andato al Siviglia, dove anche lui è diventato grande, e non ha più potuto continuare il duello lanciato dal semestre di Palermo. Adesso, all’inizio del 2017, Diego Perotti si presenta con un primato interessante: è il calciatore di Serie A che ha vinto più dribbling in tutto l’anno solare. Sono stati 90 tra gennaio e dicembre, con un piccolo contributo dell’iniziale periodo genoano e poi il resto riuscito con la Roma. Al secondo posto, appaiati a -2 in questa classifica, inseguono ora il laziale Felipe Anderson e il milanista Bonaventura. E attenzione perché di una specie in via di estinzione, lo specialista che salta l’uomo creando improvvisa superiorità numerica, la Roma ha un altro rappresentante fra i primi dieci del campionato: il brasiliano Bruno Peres, che tra la prima metà dell’anno al Torino e la seconda in giallorosso ha accumulato 83 dribbling vincenti. Non pochi, via.
ABILITA’ – Perotti non è però la classica ala che si diverte a incenerire l’avversario di turno, confondendogli le idee per trovare la conclusione o semplicemente per autocelebrare il proprio talento. Perotti cerca il dribbling sempre nell’interesse della squadra, per aprirsi un varco e poi liberarsi del pallone a beneficio di un compagno meglio piazzato. Il suo vantaggio, rispetto ad altri professionisti del settore, è saper calciare con tutti e due i piedi: questa ambivalenza lo rende imprevedibile agli occhi del marcatore, che non sa mai da quale parte verrà attaccato. Forse così si spiega il suo primato nella classifica di specialità.
RITORNO – Domenica, per la prima partita dell’anno, Perotti tornerà proprio a casa Genoa, la società che gli ha restituito entusiasmo per la vita di calciatore. Ha già ringraziato tante volte Gasperini e il suo staff, ora passati all’Atalanta, per il grande lavoro di ricostruzione psicologica di cui è stato omaggiato. Ma si è lasciato in amicizia con la società e con i tifosi della Gradinata Nord, da cui spera di non ricevere fischi per la scelta effettuata di questi tempi, giusto un anno fa: cambiare maglia per giocare la Champions League. Per lui comunque tornare a Marassi è sempre una grande emozione, come ha potuto constatare a maggio vivendo la sua prima volta da ex.
RICERCA – Nemmeno contro il Genoa, ovviamente, si negherà qualche dribbling. Per non parlare di eventuali rigori che gli possono consentire di continuare la magica serie: sono 6 su 6 in questo campionato, 7 su 7 in questa stagione e 13 su 13 in carriera. Ma stavolta proverà anche a segnare su azione come non gli succede dal derby dello scorso anno, ad aprile. Il gol non è mai stato la sua principale aspirazione ma in molti casi è un prezioso alleato delle vittorie di gruppo, la sua ossessione «dal giorno in cui ho firmato per la Roma». E se dovesse capitare proprio contro il Genoa, non esulterebbe. In compenso lo farebbero, rumorosamente, i tifosi romanisti.