L’avventura dell’AS Roma che Rick Karsdorp ha intrapreso sembrava finire in un disastro a causa degli infortuni, ma la perseveranza nella Città Eterna ha pagato. Il 26enne terzino destro è diventato un appuntamento fisso per la squadra. La vita italiana gli piace, ma lo ha anche cambiato. “Mi piaceva bere e uscire. Non succede più”.
Karsdorp veste la maglia della Roma dall’estate 2017. Nella capitale italiana, difficilmente viene molestato dai tifosi. “Non è male. Qui ti lasciano davvero in pace. Ovviamente vengo avvicinato quando cammino per strada, ma in generale i sostenitori non si spingono. Supponiamo che io sia fuori a cena, poi aspettano pazientemente fino a dopo cena per chiedi un autografo o una foto. Sì, il cibo è sacro qui. Non puoi interferire con questo. Nei Paesi Bassi, le persone stanno accanto al tuo tavolo per chiedere una foto. Qui non succede”, dice Karsdorp.
EROE Karsdorp dice che vede delle somiglianze tra i tifosi di De Kuip e quelli dell’Olimpico. “Sono paragonabili. La passione per il club è chiara, soprattutto nel derby contro la SS Lazio, che è un po’ più intenso di Feyenoord-Ajax. E anche qui vale: se lo fai bene, sei l’eroe. meno, poi ricevi critiche. Anche se, ora che ci penso: forse le persone sono un po’ più critiche qui che al Feyenoord”.
Sebbene un atteggiamento critico non sia riservato ai tifosi italiani, Karsdorp si rende conto. “Ho subito anche delle critiche al Feyenoord. Allora ero più giovane e forse non ho reagito bene ai tifosi delusi. Lo capisco anche io. Se fossi tifoso di un club che regala 2-0, impazzirei anche io dei giocatori. Ma a volte ci sono fischi molto velocemente. Penso che sia un peccato. I tifosi dovrebbero supportare la squadra. Non ha senso abbattere completamente un giocatore. Non andrai oltre con quello. Ho vissuto qualcosa; perché di infortuni non sono riuscito a mostrarmi per molto tempo. Sono stato comprato per un sacco di soldi e la gente ha iniziato a chiedersi se potevo sopportare il livello e se potevo ancora essere completamente in forma. Dopo il mio secondo periodo al Feyenoord sono tornato , determinato ad avere successo qui. Ha funzionato e sono diventato un giocatore di base. Beh, una partita fai bene e ricevi applausi, ma la partita successiva può essere diversa”.
JOSE MOURINHO Karsdorp racconta anche nell’articolo con quali compagni frequenta dentro e fuori il club, l’influenza dell’allenatore José Mourinho (“mi rende migliore”), il progetto Roma (“ecco perché sono andato all’estero”), la limitata differenza di livello, come è cresciuto, sui suoceri che vengono dalla Sicilia, sulla vita familiare, sul cibo italiano, sul suo futuro e su altre cose che lo colpiscono in Italia.
FONTE: elfvoetbal.nl