Ha urlato, strepitato, usato tutti i mezzi a sua disposizione pur di agguantare il seggio che ancor gli sfugge, nonostante tutto. La voglia matta di Claudio Lotito di indossare il laticlavio senatoriale è la partita della vita e intende giocarsela anche oltre il 90º minuto: domani ancora una volta Forza Italia tornerà alla carica per mettere la questione della conferma della sua elezione nel calendario dell’aula di Palazzo Madama prima che inizino gli scrutini per il Quirinale che non vorrebbe perdersi.
Ma la vigilia della conferenza dei capigruppo si preannuncia amara per il patron della Lazio ché Report, la trasmissione di inchiesta di Sigrfrido Ranucci su Raitre, ha deciso di tornare a occuparsi di lui, della sua passione per il calcio ma soprattutto della vicenda Alitalia per la quale era sceso in campo nel 2019 con un’offerta sorprendente, 375 milioni di euro per il 37 per cento delle azioni.
Con quali garanzie? Quella di Banco Santander che però si è rivelata farlocca, come ha certificato lo stesso Banco Santander in una lettera inviata a Ferrovie Italiane, partner industriale dell’operazione di salvataggio della compagnia di Bandiera avviata nel 2018. “Con la presente desideriamo confermare che tale documento non è stato rilasciato da Banco Santander né da alcuna delle sue società affiliate. Confermiamo inoltre che i nomi dei firmatari non corrispondono ad alcuno dei nostri impiegati. Le consigliamo di valutare se sia opportuno informare le autorità locali”. Una lettera per smentire l’autenticità della certificazione prodotta da Lotito quando aveva formalizzato il suo interesse a entrare nella newco “New Alitalia” con Fs ministero dell’Economia e Delta.
E per disconoscere come propri funzionari tal Miguel Centinos Rubalcava e Ruben Lenero firmatari della missiva in cui era stato messo nero su bianco che il patron della Lazio aveva tutti i requisiti per partecipare all’impresa da capitano coraggioso: “All’esito dell’analisi finanziaria da noi effettuata, che include la comprensione dei processi amministrativi e delle capacità del Group facente capo all’amministratore Claudio Lotito, noi, Banco Santander SA. confermiamo che il Gruppo è capace di sostenere sistematicamente l’impegno economico di euro 375.000.000,00 secondo i requisiti di cassa previsti dalla partecipazione nel pianotriennale fornitoci, intitolato ALITALIA, datato 14/06/2019. Il contributo finanziario che verrà fornito troverà il medesimo ed adeguato sostegno nei flussi finanziari”. Magnifico falso alla Totò truffa.
Ora Lotito, intervistato da Report, fa spallucce: “Quel documento mica l’ho preparato io”. Insomma, tanti saluti e caso chiuso anche se restano varie ombre ancora da chiarire perché il suo interesse per l’ex compagnia di bandiera si intreccia con altre storie in cui ricorrono gli stessi personaggi. Come Enrico Laghi (arrestato per qualche mese in qualità di commissario dell’Ilva) che all’epoca dei fatti era commissario Alitalia e che è lo stesso professionista, noto commercialista della Roma che conta, a cui si è rivolto per l’affaire legato alla cessione della Salernitana valutata 70 milioni e ceduta a dieci e su cui Lotito ha già annunciato ricorso, sua specialità che si tratti di pallone o di Senato.
Ormai consegnato agli annali del calcio quello presentato contro la condanna che gli ha inflitto la giustizia sportiva per via di certi tamponi. A cui erano stati appositamente sottoposti in un laboratorio di Avellino i giocatori della Lazio, risultati tutti sorprendente negativi (e dunque schierati in campo) checché la Uefa avesse accertato che no: si era appellato al collegio di Garanzia dello Sport presieduto da Franco Frattini, ora promosso al vertice del consiglio di Stato e quirinabile, che gli ha ridotto ad appena due mesi la pena dell’inibizione, ma intanto la Procura irpina ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di falso.
Lotito si proclama anche in questo caso vittima del sistema che ce l’ha con lui che ha fatto i soldi iniziando la sua ascesa da imprenditore dal settore dei servizi della vigilanza e delle pulizie per poi comprarsi la Lazio per soli 21 milioni ma con un debito con l’erario di 140. Com’è riuscito nel miracolo di risanarla nessuno lo sa: nel frattempo s’è comprato pure la Salernitana che però gli hanno imposto di cedere ora che è salita in A. Poco male farà ricorso sperando in una legge ad Lotitum come quella che spera gli regalerà infine il seggio al Senato.
FONTE: Il Fatto Quotidiano – I. Proietti