CaroLeonardo Spinazzola, con questa mia voglio trasmetterle il mio più affettuoso incoraggiamento per un rapido e felice ritorno in campo. Nelle settimane successive allo 0-0 di Belfast, cioè al mancato approdo diretto al Mondiale del Qatar, quando ci siamo ritrovati sorpresi, delusi, frastornati, lei è stato uno dei migliori pensieri di consolazione: “Sì, ma ora torna Spinazzola…”. Come quando ti trascini durante una massacrante settimana di lavoro: “Sì, ma domani è sabato…”. Lei è stato il più credibile assist alla speranza per il ricordo del suo meraviglioso Europeo. Fino allo sgambetto infame della sorte, lei era di gran lunga il migliore azzurro, la nostra arma proibita: tutti in bici e lei in motorino sulla fascia, imprendibile. Ma non solo.
Lo sa, caro Leonardo? Gli dei sono invidiosi degli uomini che sorridono, perché la felicità li innalza al loro livello. Quanti infortuni ha avuto in carriera? Sembra una maledizione: “Leonardo, sarai felice, ma il tempo di una rosa. Sorriderai tra un infortunio e l’altro”. Le rose sono usatissime negli incantesimi delle fiabe. Pensi alla Bella e alla Bestia. Tutti non la chiamano Spina? Non c’è rosa senza Spina. Ma da qualche parte, sotto una campana di vetro, c’è la rosa che servirà a spezzare l’incantesimo.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – Sport Week / L. Garlando