Tiago Pinto martedì è stato chiaro, non solo nei confronti di Nicolò Zaniolo. «Questo non è il momento per parlare dei rinnovi di contratto, ma è piuttosto il momento di pensare alla squadra». Già, probabilmente è anche vero. Ma è altrettanto vero che nella Roma ci sono tante situazione da dover affrontare. Oggi nella Roma con il contratto in scadenza c’è solo Mkhitaryan, il cui accordo va ad esaurirsi il 30 giugno.
Con l’armeno ancora non ci si è messi a tavolino (complice anche la situazione fisica di Mino Raiola, il suo agente), anche perché la Roma deve ancora capire se varrà la pena rinnovargli il contratto per un altro anno, considerando che Micki guadagna oltre 3 milioni di euro a stagione e che ha compiuto da poco 33 anni. Micki a parte, l’altra situazione impellente da trattare in questi mesi è quella legata ad El Shaarawy, il cui accordo scade nel 2023. Elsha è ancora giovane, ha 29 anni, e ha la stima di Mourinho, che sa che lo può utilizzare in tante posizioni diverse, avendo sempre indietro qualcosa di buono.
La controindicazione è che lo stipendio del Faraone è alto (3,5 milioni, il terzo della rosa) e la Roma se dovesse avere bisogno di tagliare il monte-ingaggi potrebbe partire anche da qui. E poi ci sono i fratellini di Zaniolo, quelli il cui accordo va in scadenza nel 2024. Esattamente Mancini, Spinazzola, Cristante e Veretout. Con Mancini e Veretout i discorsi sono aperti da tempo, con maggiore profitto per il difensore, sicuramente più vicino al rinnovo (a circa 3 milioni, bonus compresi, a fronte dei quasi 2 attuali) rispetto al centrocampista francese.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – A. Pugliese