La misura è ormai colma. E Roma–Genoa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, un vaso di Pandora scoperchiato da Mourinho nel post gara. C’è qualcosa di malsano nel rapporto tra Zaniolo e gli arbitri: l’ultimo episodio, con protagonista Abisso, è solo uno dei tanti da quando veste la maglia della Roma. Ed è proprio questa l’aggravante secondo lo Special One: “Con la maglia della Juventus, dell’Inter o del Milan non sarebbe mai stato espulso. Questo perché agli occhi del potere noi siamo piccoli“.
L’analisi del tecnico giallorosso si sofferma quanto Zaniolo venga penalizzato dagli arbitri: “Non ha preso un rigore in tutto il campionato, non gli danno un fallo, appena apre bocca è giallo. Un giocatore creativo come lui che prende 7-8 ammonizioni e 2 rossi, è normale”.
La situazione inizia a diventare pesante, la Roma non è affatto contenta e sta provando in tutti i modi a tutelare il suo tesserato, Mourinho arrivò addirittura a consigliargli di andare all’estero a giocare, per ricevere finalmente un trattamento all’altezza del suo talento. Zaniolo gioca ormai da mesi con un senso di frustrazione addosso: calciatore non si sente rispettato, non sembra avere credibilità agli occhi degli arbitri, nonostante la mole di attenzione che gli avversari gli riservano.
Ma quando si è incrinato questo rapporto? Occorre fare un passo indietro e tornare al 7 agosto del 2019. Al “Curi” di Perugia si gioca l’amichevole tra Roma e Athletic Bilbao. Il numero 22 giallorosso si procura un rigore con un tocco di mano: chiederà scusa nel post partita sui social, Ma non fu sufficiente per l’arbitro della sfida, Maresca, che non gradì l’atteggiamento in campo del calciatore, visto che si trattava di un’amichevole. Da quel giorno è cambiato il rapporto tra Zaniolo e gli arbitri, che sembrano quasi accanirsi su di lui, tempestandolo di cartellini ad ogni minima reazione.
FONTE: La Repubblica – A. Di Carlo