Dall’altra parte è tosta. «Devo pensare a come gestire le mie emozioni perché l’Inter sarà sempre un po’ mia». José Mourinho ha preparato con la testa il Grande Ritorno ma non può ancora conoscere se il cuore andrà nella stessa direzione. Raccontano che abbia sorriso amaro quando l’Inter ha eliminato l’Empoli ai supplementari, rendendo reale l’incrocio con la Roma. Gli sarebbe bastata la visita da avversario determinata dall’ineludibilità del calendario della Serie A, il più tardi possibile. Invece il destino gli chiede uno sforzo in più, anticipato, concentrato, nel quale si gioca molto della sua prima stagione a Trigoria: chi perde stasera, è fuori dalla Coppa Italia.
Dall’altra parte è tosta anche per questo, per il banale ritardo tecnico rispetto all’Inter. Non è la squadra del triplete, certamente, ma neppure la Roma è forte come quella che gli contese scudetto e Coppa Italia fi no all’ultimo sospiro. La distanza anzi è forse aumentata, come lo stesso Mourinho più volte sottolinea nelle interviste. Ieri lui è rimasto in silenzio, come era già capitato prima del match di campionato perso rovinosamente all’Olimpico.
Ma non c’entrano le polemiche arbitrali degli ultimi tempi. C’entra una strategia mediatica ormai abituale: quando ci sono tre partite a settimana, Mourinho evita la sovraesposizione. Racconterà stasera ciò che avrà vissuto e provato, temuto e immaginato, girandosi verso la Curva Nord di San Siro, che già lo aveva omaggiato con una targa prima di Milan-Roma. Cori, applausi, striscioni animeranno l’atmosfera, scaldando il senso di riconoscenza. Perché se Mourinho sente sua l’Inter a dispetto del cambio di colori, i tifosi dell’Inter lo adoreranno per l’eternità.
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida