Il palmares di José Mourinho è indiscutibile: 25 trofei. Proprio per questo, quando il 4 maggio viene annunciato come nuovo allenatore della Roma, i tifosi iniziarono a sognare. Invece nonostante i giallorossi siano la società italiana che ha investito maggiormente nel mercato estivo e si sia mossa anche a gennaio con due acquisti,, la realtà racconta di una squadra al settimo posto, che ha 5 punti in meno dell’anno scorso, è a -6 dall’obiettivo Champions ed è stata eliminata dalla Coppa Italia, rimanendo in corsa solo per la Conference League. Le sconfitte sono ben 11 e sono arrivate soprattutto con le grandi, come con Fonseca: con le prime 4 la Roma ha ottenuto solo un punto (0-0 con il Napoli).
La maggioranza dei tifosi romanisti è votata verso il “monoteismo mourinhano”, iniziando a criticare anche i Friedkin, che hanno investito più di 500 milioni. I motivi sono 3: il primo è che Mourinho viene visto come l’unico in grado di assicurare successi, il secondo è la speranza che il portoghese convinca la proprietà ad acquistare dei campioni, il terzo è cavalcare quel senso di persecuzione che la tifoseria vive da anni, con gli arbitri nel mirino.
Nonostante i risultati non siano esaltanti, sembra che il mito di Mourinho non sarà scalfito neanche a Roma. La sua fame di vittoria sembra essersi un po’ placata, venendo sostituita dal bisogno di essere totalmente amato, proprio come sta succedendo nella Capitale e se riuscirà a vincere, la sua figura durerà per sempre.
FONTE: La Gazzetta dello Sport