Se Cristante al 94′ non avesse evitato ai compagni l’incubo di un’altra settimana di passione Mourinho avrebbe avuto molto materiale per un’altra sfuriata stile San Siro. Il finale è una botta d’adrenalina, ma la partita va letta con freddezza: la prima lettura indica la fragilità emotiva e tecnica delle due squadre. Il Sassuolo non riesce a difendere su un calcio d’angolo con tutti in area e non sa rimanere lucido: tanti errori da entrambe le parti, ma la Roma si consola con l’unità del gruppo e il recupero in extremis, perché per il resto ha perso tanti duelli fondamentali e ha arrancato in diverse zone di campo, soprattutto sulla fascia destra. Davanti si salva solo Abraham.
Dietro le due squadre hanno concesso tanto, ma hanno creato anche molte occasioni da gol. La partita si blocca grazie all’incursione di Vina, che si guadagna il rigore segnato da Abraham. A inizio ripresa Traore infila la Roma a destra e causa l’autogol di Smalling e la papera di Rui Patricio. Il Sassuolo passa in vantaggio con una giocata Berardi-Traore, ma il 4-3-3 della disperazione usato da Mourinho nel finale porta il pareggio, anche se non nasconde i problemi.
FONTE: La Gazzetta dello Sport