Dammi i tre punti, Abraham, tutto il resto non conta. Eccola, l’accorata preghiera del tifoso della Roma. Conta vincere e basta. Contano i tre punti, non le chiacchiere. Come accaduto domenica scorsa a La Spezia.Bene no? E chissenefrega se prima di piazzarsi a undici metri dalla meta, Tammy aveva sbagliato pure l’impossibile. Nessuno, mai, glielo rinfaccerà. E, così, sono già 19 i gol in stagione di Abrahamcadabra, il mago inglese con la maglia numero 9 sulle spalle e un sorriso sincero sempre stampato sulle labbra.
Dodici in campionato, sei in Europa e uno pure in Coppa Italia. Per un ragazzo catapultato in Italia solo pochi mesi fa dalla comfort zone di Londra un bottino da applausi. O no? Tipo singolare, ‘sto Tammy. Mai cattivo, mai ruvido; anzi, fin troppo educato, addirittura troppo gentile per mettersi a fare a botte contro avversari disposti a tutto pur di fermarlo. Lui gioca a calcio, non a calci. E, anche per questo, dà sempre l’idea di divertirsi un mondo a stare lì in mezzo al campo, come un bambino al suo primo giorno di allenamento. Fosse più cattivo, si dice, il numero dei suoi gol sarebbe nettamente più alto. Chissà.
FONTE: La Repubblica – M. Ferretti