Niente Atalanta. La Roma ha deciso di non presentare ricorso per Mourinho che quindi non sarà in panchina nemmeno sabato dopo la squalifica di due turni rimediata col Verona per aver indirizzato gravi insinuazioni al Direttore di gara, nonché per essere entrato sul terreno di giuoco con fare minaccioso. Nonostante questo la Roma ritiene false alcune dichiarazioni attribuite dai media sia al tecnico che a Tiago Pinto.
La squalifica non ferma il progetto anti-bravate di Mou. Il tecnico da inizio stagione combatte i comportamenti considerati superficiali fuori dal campo. L’ultimo esempio è la bocciatura di Felix rispedito in Primavera dopo aver fatto l’alba in una discoteca dell’Eur. Pochi giorni prima la ramanzina (con esclusione contro lo Spezia) era arrivata a Zaniolo ed El Shaarawy beccati in un locale nonostante i casi di Covid nel club.
Per settimane anche Zalewski era finito nel dimenticatoio, galeotto un video finito sui social con tanto di frasi irriguardose (urlate da due pseudo amici) nei confronti di Mou mentre Villar e Mayoral erano stati spesso redarguiti per le eccessive risatine durante gli allenamenti. Un metodo necessario in una squadra spesso lasciata troppo libera.
Un pugno duro che Mou ha usato in passato con molti giocatori che poi lo hanno ringraziato: da Balotelli a Rashford passando per Martial e Hazard. Fa eccezione Pogba al quale il tecnico tolse anche la fascia da capitano a Manchester.
FONTE: Leggo – F. Balzani