Nessun ricorso. Come, peraltro, era facilmente prevedibile, visto che passavano i giorni e la Roma continuava a studiare le carte senza arrivare a una decisione. Ecco, ieri è arrivata: la società ha deciso di non presentare il ricorso per la seconda giornata di squalifica inflitta a Mourinho e Nuno Santos e per lo stop a Tiago Pinto fino al prossimo otto marzo.
Una decisione maturata dopo un lungo e approfondito confronto tra la dirigenza giallorossa, confronto in cui sono stati affrontati i diversi aspetti della questione, pur nella consapevolezza che l’avvocato Antonio Conte, che aveva già predisposto le carte per il ricorso, aveva spiegato come ci fosse un piccolo margine di successo (soprattutto per Tiago Pinto, meno per Mou e Santos).
La Roma, dopo una stagione piuttosto tormentata dal punto di vista del trattamento arbitrale, si augura che questa scelta sia interpretata come un gesto distensivo verso la procura federale e l’Aia. Augurandosi che si possa iniziare un percorso più sereno con le istituzioni.
La società, però, pur non negando un dopo partita con il Verona piuttosto concitato, in questa vicenda ha gradito poco che i contenuti dei ricorsi dell’arbitro Pairetto e dei procuratori federali, fossero a conoscenza di una parte della stampa (questo però è il lavoro del giornalista) prima ancora che le carte arrivassero sulle scrivanie di Trigoria.
C’è un secondo aspetto che alla Roma è piaciuto poco. Cioè che alla società e ai diretti interessati (in particolare a Tiago Pinto, pur a fronte della rinuncia al ricorso e dell’ammissione di un dopo partita piuttosto acceso) non tornano alcune frasi riportate nei ricorsi che a Trigoria garantiscono non essere state mai dette e che sono perlomeno lontane dai fatti realmente accaduti. (…)
L’avvocato Conte, però, nonostante abbia dovuto gettare nel cestino il ricorso, non è rimasto con le mani in mano. Il legale, infatti, ieri ha ricevuto dalla famiglia Zaniolo il mandato per querelare gli autori (al momento ignoti) delle scritte contro Zaniolo comparse nei bagni del liceo frequentato dalla sorella del giocatore. (…) Il mandato a querelare è stato esteso anche per alcuni articoli comparsi sulla stampa di Spezia. Non si può che stare dalla parte della Zaniolo family.
FONTE: Il Romanista – P. Torri