Rudy Voeller, ex giocatore della Roma e oggi d.g. del Bayer Leverkusen, in un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport ha parlato dei giallorossi, di José Mourinho e del prossimo avversario del suo club, l’Atalanta. I bergamaschi, sconfitti sabato proprio dai giallorossi (1-0) saranno gli avversarsi dei teutonici negli ottavi di Europa League.
Lei dovrebbe avere buoni ricordi dell’Atalanta: da attaccante della Roma le segnò 4 gol, di cui 3 nelle prime 3 sfide.– “Forse ho avuto la fortuna che allora l’Atalanta non era forte come adesso”.
No, nell’88-89 arrivò sesta davanti a voi, qualificandosi per la Coppa Uefa… “Vero, noi siamo andati allo spareggio con la Fiorentina. Mi ricordo bene lo stadio, l’ambiente passionale”.
Patrik Schick, infortunato adesso, da voi è esploso, con 20 gol in 20 partite. Perché alla Roma non andò bene? “Io l’ho sempre ammirato, già quando era alla Sampdoria. Alla Roma ha avuto la sfortuna di trovare un grande Dzeko, quindi doveva giocare in certe posizioni che non erano le sue. Schick è il classico centravanti. Io avevo contatti con Fienga quando Patrik era a Lipsia, meno male che ci sono stati problemi tra i due club e io ho deciso di prenderlo subito. E lui era molto felice di venire da noi. Sta andando alla grande da noi, ha trovato un bell’ambiente e una squadra che gioca per lui, è sempre “cercato”, ha tante possibilità per segnare e non sbaglia”.
Recupererà per il ritorno? “Oggi non si può dire, proverà. Lo vedo che lavora, ma noi parliamo più della Roma”.
L’effetto Mourinho è arrivato anche da voi, ai tifosi di Leverkusen? “Sì, dall’inizio. Conosco il tifo romano nel bene e nel male, ma soprattutto nel bene. Mi amano anche oggi come quando giocavo. Prendere un allenatore di questo livello a Roma è stata una mossa eccezionale. E adesso ci sono anche i risultati, sta lottando nelle prime cinque-sei posizioni. La Roma ha una buona squadra per i suoi obiettivi. E da voi non c’è una superiorità netta come da noi con il Bayern. Tutto è aperto, più spettacolare”.
Una Serie A interessante anche giudicata dall’estero? “Sì, un torneo incredibile per le possibilità che dà a tutti. Non c’è più la Juventus che domina, adesso è in testa il Milan ma resta tutto in gioco, per scudetto e posti Champions; gli spettatori devono essere contenti. La vera svolta per la Roma sarebbe anche un’altra”.
Quale? “Lo stadio di proprietà. Quando vedo le partite di Roma e Lazio quasi gli spettatori mi fanno pena, nel senso che hanno bisogno del cannocchiale per riconoscere i giocatori. A Bergamo, da noi a Leverkusen, c’è tutta un’altra atmosfera. Per la Roma costruire uno nuovo stadio deve essere un passo fondamentale”.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – P. Archetti