Nel catechismo di José Mourinho il perimetro in cui trovare la Roma è già definito. “Penso che ci sarà una lotta per i primi quattro posti e un’altra per quelli fra il quinto e l’ottavo. E c’è una differenza drammatica tra finire quinto oppure ottavo…“. Come dire, le 5 lunghezze che separano la squadra giallorossa dalla Juventus paiono una sorta di buco nero che risucchia ogni possibilità di sognare la zona Champions League. Ma è proprio così?
Da qui alla fine del campionato i punti a disposizione sono 21 e quindi i “miracoli” possono essere agevolati anche dalla aritmetica. Un dato su tutti: il 9 gennaio, quando doveva cominciare la serie dei dieci risultati utili, il quarto posto era dell’Atalanta, che distava 9 punti e aveva una partita in meno da giocare.
La Roma invece, oltre a essere sesta in classifica a pari punti con Lazio e Fiorentina, sapeva che i viola dovevano recuperare anche un incontro, mentre con i biancocelesti erano in svantaggio per via della sconfitta nel derby d’andata. Morale: visto che la domenica si era conclusa con la rovinosa sconfitta interna contro la Juve, la zona Champions era impossibile da nominare, pena sberleffi e malinconie.
Poi è cominciata la cavalcata (in corso) da dieci e lode. E i dati sono tutti dalla parte degli uomini di Mou, che in meno di tre mesi hanno conquistato più punti di tutti fatta eccezione per il Napoli (23 contro 22). Quanto basta per agganciare un quinto posto in solitario, aspettando il recupero dell’Atalanta, che comunque è in svantaggio coi i giallorossi negli scontri diretti, persi entrambi dai nerazzurri. Basta per pensare in grande?
I motivi non mancano. La Roma, soprattutto dopo la schiacciante vittoria nel derby, surfa sull’onda dell’euforia. Non basta. L’allenatore portoghese sembra avere trovato finalmente il filo tattico per legare al meglio la squadra. Il sistema del gioco prescelto nelle ultime partite – il 3-4-2-1 con una sola punta di ruolo e tanti trequartisti pronti a inserirsi – consentono ai giallorossi di avere sia pericolosità che palleggio a centrocampo, riuscendo nel contempo a proteggere al meglio la difesa.
Basta pensare alle partite giocate senza gol al passivo. Una enormità: 17 stagionali finora, divise fra le 13 in campionato e le 4 in Conference League. È quello che Mourinho definisce: “Aver trovato stabilità“. L’entusiasmo, poi, lo garantisce lui, visto che i tifosi sono tutti dalla sua parte, scoprendo che la squadra probabilmente non è poi così modesta come si voleva far credere fino a qualche mese fa.
Che comunque arrivare in zona Champions resti un’impresa, è chiaro a tutti. Oltre ai punti di vantaggio e a una rosa superiore, infatti, la Juventus ha il vantaggio anche degli scontri diretti. vinti entrambi. Non è tutto. La Roma ha anche la (piacevole) zavorra del doppio impegno. Vero che i bianconeri hanno due potenziali partite di Coppa Italia da giocare (semifinale di ritorno ed eventuale finale), ma i ragazzi di Mou puntano forte sulla Conference, che deve ancora cominciare a celebrare il rito dei quarti di finale.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini
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