Ci sono delle domande nel calcio che conoscono una sola risposta: quella del risultato. Prendete quello che accade quando una squadra favorita su un’altra va sotto per una casualità e nel secondo tempo insegue la vittoria con tutte le sue forze. È sbagliato che l’allenatore di quella squadra metta dentro tutto il potenziale offensivo a sua disposizione pur rinunciando a qualcosa in termini di equilibrio? È inutile che proviate a dare una risposta.
Se quel risultato verrà ribaltato l’allenatore avrà fatto bene a fare quei cambi. Se, viceversa, la squadra sfavorita sfrutterà magari l’unico spazio aperto per raddoppiare e porterà a casa l’insperato risultato, allora quell’allenatore sarà bollato come un asino. La vittoria con la Salernitana ha esaltato i 60.000tifosi dell’Olimpico, almeno quelli giallorossi. I 5000 ospiti se ne sono andati delusi, ma fieri in ogni caso della combattività della loro squadra.
Ma che cosa sarebbe successo se in quella ripartenza nel secondo tempo, sul risultato ancora fermo sullo 0-1, Castanos avesse centrato lo specchio invece della sagoma di Rui Patricio e, soprattutto, che cosa si sarebbe detto di Mourinho? Scontata la risposta: l’allenatore ha fatto male a fare tutti quei cambi offensivi, la squadra ha perso il suo equilibrio, si è esposta al contropiede della Salernitana, e via banalizzando. La realtà è che gli allenatori decidono mentre le cose accadono, gli altri commentano sempre dopo, con il conforto del risultato già maturato. Dunque, W Mourinho.
La Roma peraltro quest’anno ha sfruttato quasi al massimo la sua panchina. Mourinho è uno degli allenatori che ricorre meno alle sostituzioni. Ne ha conteggiate finora 121, solo lo Spezia ne ha fatte di meno, 112, ma con un organico decisamente meno ricco. Eppure le riserve messe in campo dalla Roma hanno portato già nove gol, compreso quello di Perez, appena due in meno di quelli dell’Atalanta, in testa nella speciale classifica, uno in meno dell’Inter, al secondo posto. Inzaghi però di cambi ne ha fatti 151, Gasperini 145. Dunque la panchina è una risorsa, lo dicono i risultati.
Così il risultato ha condizionato il comportamento ostruzionistico dei giocatori della Salernitana fino ai gol romanisti. Se domenica all’Olimpico si è giocato così poco, poco più di 46 minuti di gioco effettivo, la colpa è principalmente della Salernitana che ha perso tutto il tempo che si poteva perdere finché è rimasta in vantaggio, salvo poi protestare alla fine quando l’arbitro concesso appena tre minuti di recupero, decisione effettivamente poco comprensibile.
Che la vittoria della Roma sia stata meritata però nessuno può nutrire dubbi. Basti vedere gli indicatori statistici: i tiri in porta, i calci d’angolo, il possesso palla, le azioni offensive, anche gli expected goal. La Salernitana ci ha provato alla vecchia maniera, buona difesa e gol da rimediare con un pizzico di buona sorte, ma le è andata male, ma niente in questo senso può essere imputato alla Roma, tantomeno alla sua panchina.
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FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco
https://tuttoasroma.it/ultime-notizie-as-roma/as-roma-calcio-giocatori-3/interviste/spinazzola-mesi-non-facili-ma-ora-sto-bene/