È una storia che parte da lontano, come quelle saghe familiari in cui c’è un ragazzo che sogna e a un certo punto si volta indietro, valutando con un sorriso ciò che ha realizzato. José Mourinho ci ha messo quasi un ventennio per costruire il piedistallo internazionale della sua fama, ma non è adesso il momento giusto per guardarsi alle spalle. Il presente, infatti, è un’ossessione, e quel presente adesso di chiama Roma-Leicester, la porta d’accesso alla ottava finale europea della sua carriera, cinque delle quali finite in trionfo.
Questa straordinaria cavalcata, che domani sarà santificata da un Olimpico tutto esaurito, ha avuto inizio esattamente un anno fa, il 4 maggio 2021, quando il club giallorosso annunciò al mondo, l’ingaggio dell’allenatore portoghese per cominciare un progetto triennale. Un progetto che portava con sé l’onere e l’onore di alimentare la leggenda destinata a muoversi per sempre insieme allo Special One.
A distanza di meno di cinque anni, la caccia è pronta a ricominciare, a patto che le “volpi” del Leicester lascino domani la loro pelliccia all’Olimpico. Per non lasciare nulla d’intentato, come suo costume Mourinho sta curando tutti i particolari, dalla battuta dei calci d’angolo ai penalty, visto che non si può escludere una conclusione oltre il novantesimo. La lista? Abraham, Pellegrini, Zaniolo, Oliveira, Veretout e Cristante.
Una cosa è certa: lo Special One sa come si va in finale. Lo dimostra il fatto che, complessivamente, il tecnico portoghese ne ha giocate 25 – fra nazionali e internazionali – vincendone ben 17. Adesso, però, c’è ancora una volta l’Europa che lo attende e Mou è pronto a salire sull’ottovolante.
L’ottavo atto conclusivo di una manifestazione europea lo attende e lui potrebbe vedere inciso il suo nome per primo sulla coppa di Conference League che sarà inaugurata a Tirana il 25 maggio. Con queste premesse non può sorprendere che i tifosi della Roma credano di essere nelle migliore delle mani possibili per ritrovare una vittoria internazionale che manca esattamente da 50 anni (torneo Anglo-Italiano 1971-72). Un digiuno del genere meriterebbe una festa al Circo Massimo. E non ci sarebbe niente di più adatto per celebrare Mourinho I, imperatore di Roma.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini
TRIGORIA NEWS Nel tardo pomeriggio Conferenza di Mourinho e Cristante