La famiglia Zalewski è a Poli dal 1988. Il padre Krzysztof era contrario al regime politico del suo Paese e per questo decise di non rispondere alla chiamata per il servizio militare. In Polonia in quel periodo si viveva male e quindi decise di venire in Italia con sua moglie Ewa. In quella casa su via Roma nel 1992 è nata Jessica e dieci anni dopo Nicola. Sotto l’abitazione c’è una trattoria e lì il giovane calciatore firmò il suo primo contratto con Giovanni Ferro, titolare con Giampiero Pocetta dell’agenzia Gp Soccer.
Sergio Marazzo, responsabile del settore giovanile del Poli, ha visto passare lì anche Zalewski: “Aveva 6 anni, scendeva da casa con il pallone. Gli altri erano tutti più grandi, ma a volte mancava qualcuno e per arrivare a undici gli facevo fare il portiere. Quando ha cominciato a crescere e ha fatto vedere il suo valore, i dirigenti delle squadre avversarie ci dicevano di toglierlo perché altrimenti non ci sarebbe stata partita. Quando perse il posto in Primavera gli ricordai di restare umile e durante il lockdown è tornato ad allenarsi qui”.
Dal Poli andò allo Zagarolo e lì fu visionato da Stefano Palmieri, osservatore della Roma, che decise di portarlo a Trigoria per fare un provino. Bruno Conti lo prese subito. Sono esattamente 10 anni che Nicola è alla Roma ed ha fatto tutta la trafila dal settore giovanile alla prima squadra. Il suo primo allenatore nel club giallorosso è stato Pietro Donadio, poi c’è stata l’ascesa con Falsini, Piccaretta e De Rossi. Successivamente c’è stato l’esordio in Serie A con Fonseca e la semifinale di Europa League, mentre quest’anno ha già collezionato 19 presenze, di cui 13 in Serie A.
Zalewski è diventato titolare giocando esterno a tutto campo, ma in realtà nasce trequartista. In Nazionale esordì il 5 settembre scorso a San Marino, a 19 anni, 7 mesi e 13 giorni e tutta la sua famiglia era commossa in tribuna. Pochi giorni dopo questa data purtroppo il padre morirà all’età 54 anni.
Nicola ha scelto la nazionale polacca in suo onore. La sorella ha rivelato i momenti della scelta: “Papà non l’ha costretto, era legato all’Italia, ha passato più della metà della sua vita qui, ma il suo sangue è polacco”. Sul funerale: “Nessuno si aspettava Mourinho, c’erano anche i compagni di squadra ed i dirigenti. La vicinanza che la Roma ha dimostrato a mio fratello è stata incredibile. Nicola seppe della scomparsa di suo padre in ritiro prima del derby. L’allenatore gli consigliò di tornare a casa, ma lui decise di rimanere”. Jessica ha poi commentato il possibile raggiungimento della finale di Conference League: “Un pensierino ce l’ho fatto, vorrei andare con un’amica. Sarebbe emozionante, papà sarebbe andato”.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. D’Ubaldo
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