La Roma ha già giocato due semifinali europee all’Olimpico dopo aver pareggiato l’andata fuori casa. E tutt’e due le volte si è qualificata per la finale. E successo più o meno ogni trent’anni: nel 1961 dopo il 2-2 in Scozia contro l’Hibernian e nel 1991 dopo lo 0-0 in Danimarca contro il Broendby. Stasera ci riproverà dopo l’1-1 in Inghilterra contro il Leicester. L’Hibernian aveva eliminato la squadra che deteneva il trofeo, il Barcellona di Suarez. A Edimburgo Baker prese una traversa e poi provocò l’autorete di Fontana, ma con una doppietta di Lojacono i giallorossi andarono due volte in vantaggio e alla fine riuscirono a strappare il 2-2.
Una settimana dopo all’Olimpico, dopo l’1-1 del primo tempo sotto un uragano, gli scozzesi si portarono avanti 3-1 nella ripresa, ma Manfredini e Lojacono firmarono il 3-3. Nello spareggio giocato il 27 maggio all’Olimpico Manfredini sbloccò subito il risultato al primo minuto dopo 3 tiri consecutivi. Al 57′ si era già chiuso il poker, poi le reti di Menichelli e Selmosson per il 6-0 conclusivo.
Un salto di trent’anni per arrivare a Broendby-Roma, Coppa Uefa 1990-91. I danesi avevano vinto il campionato nella stagione precedente e nel loro stadio restarono a secco solo contro i giallorossi, con il Corriere Della Sera che titolava: “Resiste il bunker della Roma“. Al ritorno la Roma sarebbe stata eliminata per la regola del gol in trasferta, ma all’88’ una botta dal limite di Desideri, respinta da Peter Schmeichel (il padre di Kasper, che stasera difenderà la porta del Leicester) con il tap-in di Voeller regalò il 2-1 e la qualificazione.
FONTE: Il Corriere della Sera – M. Perrone
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