È finita con la Roma a festeggiare sotto la Curva Sud, in un abbraccio ideale con i 65 mila dell’Olimpico che ieri sera sono scesi in campo al fianco dei calciatori giallorossi, come aveva chiesto alla vigilia José Mourinho, e che sono rimasti sugli spalti a festeggiare per molti minuti dopo il fischio finale dell’arbitro. Con la vittoria per 1-0 contro il Leicester la Roma conquista la finale di Conference League, e torna a giocarsi la possibilità di vincere un trofeo europeo: l’ultima volta nel 1991, quando fu sconfitta in finale di Coppa Uefa dall’Inter.
Proprio alla guida dei nerazzurri Mourinho nel 2010 è stato l’ultimo allenatore a far vincere una coppa internazionale (la Champions League) ad una squadra italiana: ci riproverà il 25 maggio a Tirana contro il Feyenoord, che ha eliminato il Marsiglia. Non solo: lo Special è il primo tecnico a raggiungere la finale di una grande competizione europea con 4 squadre diverse:
“Ci sono tanti livelli di aspettative – le parole del tecnico – e di speranza. La storia della Roma è una storia di sofferenza, non vince tanto e ha giocato poche finali. In semifinale abbiamo fatto due buone partite contro una grande squadra, ringrazio i giocatori se sono così felice. È stata una vittoria della famiglia che era in campo, in panchina e nello stadio. Questo è il nostro merito più grande, questa empatia e questo senso di famiglia. Quando il tuo portiere in due semifinali fa solo due parate contro una squadra di Premier League è perché noi abbiamo fatto qualcosa di buono. I ragazzi sono stati straordinari, però pensiamo al campionato, dobbiamo fare tre partite per finire bene“.
FONTE: Il Corriere della Sera – G. Piacentini
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