Succede di tutto, dal primo all’ultimo minuto. Dal gol di Okereke dopo 48 secondi a un check al Var per un possibile rigore per la Roma al 52’ della ripresa per presunto mani di Ebuehi. In mezzo c’è una narrazione infinita, in cui non possono non brillare le 4 traverse giallorosse, i 46 tiri verso la porta, i 20 corner battuti e, soprattutto, l’amarezza per i 4 punti che il retrocesso Venezia ha portato via alla squadra di Mourinho in due partite.
Doveva essere una mattanza annunciata, dopo che il pareggio della Salernitana aveva condannato i lagunari alla retrocessione in B già intorno alle 17, invece finisce con un 1-1 santificato dalle reti di Okereke e Shomurodov. Un pareggio che annacqua un po’ la festa finale dell’Olimpico, ancora tutto esaurito, anche perché la rincorsa alle Coppe adesso passa anche dai risultati di Lazio, Fiorentina ed Atalanta.
Ma è inutile nasconderlo: tutta la concentrazione giallorossa è sulla finale di Conference del 25 maggio contro il Feyenoord. La Roma chiude fra gli applausi dell’Olimpico. Sperando, a fine stagione, di non dover rimpiangere la sfortuna di un sabato di maggio.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini
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