“Abbiamo il nuovo Ronaldo”. Titolava così il quotidiano O Jogo il 30 settembre del 2015. A meritare l’accostamento al mostro sacro portoghese, un ragazzino di 18 anni, 10 mesi e 4 giorni, capace di segnare il gol decisivo della vittoria del Benfica a Madrid, contro l’Atletico. Trattenete il respiro, perché il nome è così lungo che per pronunciarlo ci vuole la rincorsa: Gonçalo Manuel Ganchinho Guedes.
Immaginate quindi la sorpresa, quando, alla prima occasione, venne chiesto all’enfant-prodige del paragone con CR7: “Sono portoghese, è normale stimare Cristiano. Ma io sono sempre stato tifoso del Benfica e stravedo per Geovanni”. Imbarazzo, stupore, fate voi.
È come se a Roma facessero un accostamento con Totti e un ragazzino appena affacciatosi al grande calcio se la cavasse con “Sì, fa piacere ma a me è sempre piaciuto molto Pjanic“. Per carità, un ottimo calciatore ma che non può essere minimamente paragonato a Francesco. Basta questo per capire la personalità di Guedes. Lui benfiquista, non poteva vedersi accostato al fenomeno nato nello Sporting Lisbona.
Benfica punto di partenza anche di Pinto che lo ha messo ormai da un anno e mezzo nel mirino. Ora il connazionale gioca nel Valencia, è assistito da Mendes – che a Trigoria è sempre più di casa – e ha il contratto che scade nel 2023.
È lui il profilo da affiancare a Abraham chiesto da Mourinho, capace di sdoppiarsi in ala o seconda punta a seconda delle esigenze. Giocatore tecnico e di corsa, che ama partire a sinistra per rientrare con il destro. In stagione ha segnato 11 reti in 28 partite nella Liga, più altre 2 in 5 gare nella copa del Rey.
Non ingannino le poche presenze. C’è un motivo contrattuale: se Guedes avesse superato quota 35 da almeno 45 minuti, il Valencia avrebbe dovuto pagare altri 5 milioni al Psg. Spesa che un club può fare se intende tenersi un calciatore. Non se vuole venderlo. Tradotto: se la Roma affonda il colpo, l’affare si fa.
Anche perché Guedes non si opporrebbe di certo: “Se arriverà una proposta che sia buona per me e anche per la società, la valuteremo“, le sue parole non più tardi di un mese fa. La cifra di 40 milioni spesa dal club spagnolo 5 anni fa, a 12 mesi dalla scadenza è scesa nonostante l’ottima stagione del lusitano che ha già fatto sapere di non voler rinnovare. Pinto può giocarsi anche la carta Carles Perez (richiesto dal club iberico a gennaio) per abbassare l’esborso.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina
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