L’ operazione è finanziaria, ma allo stesso tempo punta al cuore dei tifosi, sulla scia di quanto è stato già fatto nell’ultimo anno per recuperare il feeling che sembrava perso. I Friedkin vogliono portare la Roma fuori dalla Borsa, e ieri hanno lanciato l’Opa con lo slogan “Non azionisti ma protagonisti” rivolto ai circa 4-5mila azionisti che detengono il 10,9% delle quote del club.
Nella fase di “stake-building” (terminata dieci giorni prima del previsto) i proprietari sono saliti all’89,99% delle azioni, e se entro l’8 luglio arriveranno al 95% la società uscirà dalla Borsa il mese successivo, altrimenti il delisting (con un piano già approvato dalla Consob) ci sarà entro la fine del 2022. Per incentivare i piccoli azionisti a cedere, la Roma ha fatto partire il “Loyalty program” che prevede molti vantaggi: il primo sarà economico, perché ogni azione sarà pagata 0.43 euro (al momento dell’annuncio dell’Opa il valore era 0.36), un premio maggiore rispetto alla media dell’ultimo anno.
A tutti sarà garantito l’ingresso a Trigoria per seguire un allenamento, un gagliardetto con le firme dei giocatori, una maglia, sconti del 10% nei Roma store e una finestra prioritaria di acquisto biglietti per il derby. Chi venderà da 25mila a 180mila azioni potrà incontrare Mourinho, vedere il proprio nome su una maglia speciale e partecipare alla festa di Natale. Chi venderà oltre 180mila azioni potrà anche cenare con i Friedkin in una location esclusiva. Nonostante gli incentivi, il primo giorno di Opa non ha dato segnali incoraggianti: nemmeno un’offerta di adesione.
FONTE: Il Corriere della Sera – G. Piacentini