Strappo tra la Roma e Nicolò Zaniolo. Alcuni atteggiamenti hanno seccato il management della società che rivendica il diritto a proporre il rinnovo nel momento che reputa più opportuno. Una storia che potrebbe concludersi in maniera infelice, perché nel giocatore sta nascendo rancore e il club è stanco di dedicare tempo (e anche energie) alla gestione del caso.
Nicolò avrebbe dovuto firmare il nuovo contratto lo scorso dicembre a 3,5 milioni a stagione, ma i risultati sportivi della squadra hanno indotto Friedkin a bloccare tutto. Gli è stato detto, informando l’entourage e la famiglia, che i discorsi si sarebbero riaperti a fine campionato e con prestazioni convincenti la strada per l’adeguamento sarebbe stata in discesa.
Lui ha ascoltato e segnando il gol partita contro il Feyenoord ha portato la Conference League nella Capitale. Ma il giorno del rinnovo non è mai arrivato. Non se ne è nemmeno parlato perché, legittimamente, la Roma ha scelto di aspettare. Per due motivi: il primo è che la scadenza è 2024 e mancano ancora due anni; il secondo perché è l’unico giocatore cedibile che può garantire una plusvalenza totale.
Valutazioni che il calciatore ha accettato in relativo silenzio. Nella recente intervista rilasciata a Sportweek, Zaniolo si è detto felice degli accostamenti a Milan e Juventus. Nulla di strano, sono due top club che giocano la Champions, ma quello che non è piaciuto è l’assenza di qualsiasi riferimento a un futuro in giallorosso.
Inoltre, alcune interviste come quella del suo amico Gaspare Galasso a una radio di Napoli (“Piace alla Juve”), non hanno fatto piacere a Trigoria e sono state lette come un modo per mettere pressione. Dalla Roma si aspettano che il caso si sgonfi quanto prima e che il 5 luglio Nicolò si presenti a Trigoria sereno e soprattutto concentrato. E consapevole che del rinnovo se ne riparlerà a settembre. Insomma, la società giallorossa vorrebbe che il tam tam mediatico non fosse più alimentato e che le questioni si risolvessero in privato senza troppo clamore.
Tuttavia Zaniolo si sente insoddisfatto, un sentimento che è nato dalla panchina nel derby dello scorso 20 marzo e chi si gonfiato con il passare delle settimane. Inoltre, la dichiarazione di Pinto a fine mercato invernale (“Non so se resterà”) non gli hanno dato certezze sul futuro. È come se la società, all’epoca, avesse già previsto di venderlo in estate. Un atteggiamento che lo ha demotivato e non lo ha fatto sentire al centro del progetto. Ma nonostante questo vuole farsi trovare pronto da Mourinho che preferirebbe non trovarsi tra le mani un giocatore sul piede di partenza.
FONTE: Il Messaggero