A questo punto possiamo venire a patti con l’idea che non ce ne libereremo mai. E forse è meglio così. Francesco Totti è stato un compagno di viaggio inossidabile, paziente, operoso e, di quando in quando, importuno. Pensavamo. Poi quando si è fatto da parte – o lo hanno messo da parte – se n’è avvertita la mancanza.
Totti non riesce a fare a meno della sua Roma. Origliava, guardava di sottecchi. Casomai qualcuno avesse bisogno di lui o comunque ne chiedesse l’aiuto. Ed è successo. Non hanno neppure avuto bisogno di parlarsi, Totti e José Mourinho, per stabilire un’alleanza morbida, sottile.
Quando Totti ha scoperto che Mourinho assediava la società e Paulo Dybala non era soltanto una fata morgana da calciomercato, non si è messo di lato ad aspettare gli eventi. Ne è diventato protagonista. Senza che nessuno lo chiamasse in soccorso. Parlo io con Dybala, ha promesso. E lo ha fatto, come ha confermato la stessa Joya.
Non solo. Totti ha giocato la partita con la raffinatezza dello scacchista, fintando, affondando la mossa, ritirandosi, chiamando l’avversario a un attacco imprudente. Ieri sera ha vinto anche lui.
FONTE: Il Corriere dello Sport – M. Evangelisti