E quindi mo che famo? Annamo a vedè la conferenza stampa di presentazione di Paulo Dybala a Trigoria. Scusa con tutti i problemi che ci stanno tu vai a vedere la conferenza di presentazione di Dybala? Bravo, esattamente, vado a vedere Dybala. Anzi, a sentirlo. E che dirà Dybala? Sono venuto per vincere. E grazie ar cavolo, noi pensavamo che eri venuto pe facce perde. Vedi npò te che devi fa.
Ma è forte sto Dybala? Entro e lo vedo. Di lato. Come probabilmente lo guardano i giocatori quando lo affrontano. Parla bene, è più a suo agio con il pallone, ma anche al microfono convince parecchio. La sala è buia con le tapparelle abbassate e abbastanza fresca. La società sorveglia. I giornalisti educati e tranquilli, si recano a uno dei due microfoni per porgere le domande, chiamati dall’addetto che legge i loro nomi su un elenco. Finché ad un certo punto l’incontro finisce. Senza polemiche, senza tensioni.
Mi chiedo, ma davvero siamo a Roma? Qualcosa sta cambiando qui, o è cambiato già e non ce ne siamo resi conto? L’incontro si è svolto nella più assoluta tranquillità. Vago nei parcheggi di Trigoria, sotto al sole brutale, e mi sembra di vedere tutto più chiaramente: abbiamo preso un mostro.
Dybala è fragile. Ma anche forte. Certo forte e fragile è un ossimoro. Vabbè ma che male c’è in questa contraddizione. Anche in conferenza era pieno di giornalisti professionisti che erano pure tifosi. O sei equidistante o sei tifoso, le due cose insieme sono un ossimoro. Anche Roma è una piazza molto bella e per altre cose un po’ meno. E anche questa è un’antitesi. Siamo una piazza che non ha vinto. Però veniamo da una vittoria di una coppa Europea. E anche qui ci sono dei contrari. L’estate è bella però fa un caldo incredibile, oppure oggi eravamo pochi e stasera invece ci sarà il delirio. E anche questi sono termini in forte contrasto fra loro.
La vita è piena di contraddizioni, di cose che sono positive e negative insieme. tutto è così, ovunque ti giri vedi occasioni per cortocircuiti e malfunzionamenti vari. Invece il mondo va avanti lo stesso, ogni giorno, nonostante i conflitti che lo percorrono da cima a fondo. Nel parcheggio una vecchietta mi chiede quando fanno la festa per il giocatore appena arrivato. Stasera (ieri sera, ndr), le rispondo, alle 21. E poi mi chiede dove la fanno. Al Colosseo Quadrato, le dico. E poi lei va via, sotto i pini di Trigoria. E penso che pure il concetto di Colosseo Quadrato è un paradosso in fondo.
FONTE: La Repubblica – S. Bonvissuto