Da ultrà del Benfica a direttore generale del club portoghese, fino alla Capitale: il dirigente è l’artefice del progetto che sta facendo impazzire i tifosi giallorossi.
Prima di firmare il mercato della Roma, Tiago Pinto ha griffato centinaia di articoli su un blog personale. Si chiamava “Benficadepedendente” (ora è chiuso) ed era dedicato al Benfica, il grande amore ereditato dal padre che aveva vissuto l’epopea di Eusebio e delle due Coppe dei Campioni negli anni ’60. Per Tiago è una passione che sfiora la mania: fin da piccolo studia il club nei minimi dettagli, in particolare chi lo gestisce, come e perché.
La maggior parte dei pezzi del blog indagavano infatti le gesta dell’allora presidente del club Luis Felipe Vieira che, secondo Pinto, era partito bene ma aveva proseguito male. La svolta nella carriera dell’attuale Dg della Roma è datata 2012. Non tanto tempo fa, quindi, a sottolineare che Tiago Pinto o lei ha 38 anni, pochi per il ruolo che ricopre. In chiusura ad un’assemblea dei soci, a cui il giovane portoghese presenzia in quanto detentore di una tessera dell’azionariato popolare della società, prende la parola e relaziona al presidente tutti gli errori gestionali commessi in quegli anni. Non riceve risposta in diretta ma Vieira gli fa avere un invito: organizziamo una riunione privata. Da quell’intera mattina di faccia-a-faccia Pinto esce con i chiarimenti del presidente e una proposta di lavoro da consulente in caso di rielezione.
DUBBI E BLOG Vieira viene rieletto ma il 27enne Pinto nutre dubbi sull’incarico. Li esprime in un altro blog animato dai tifosi del Benfica: beef asomosnas. L’articolo è ancora online. Dopo essersi sfogato, accetta. Il richiamo è troppo potente, l’occasione troppo ghiotta: laureato in Scienze della Comunicazione con un Master in Economia e Gestione delle Risorse Umane, Pinto non è professionalmente nato nel calcio. Deve conquistarlo.
Scala il Benfica, ottenendo prima la gestione delle divisione polisportiva del club – in 5 anni conquista ben 50 successi nella pallamano, nel basket, nella pallavolo, nel futsal e nell’hockey su prato – e poi, nel 2017, a soli 33 anni, quella della divisione calcio. Ha poca esperienza e si vede nel derby con il Porto quando, da bordocampo, scaglia un pallone lontano per permettere alla sua squadra di guadagnare tempo, scatenando un parapiglia. Per evitare ulteriori danni di immagine decide di defilarsi dietro al totem Rui Costa, appena arrivato in dirigenza. Il matrimonio con il Benfica termina nel 2020, dopo che il presidente Vieira richiama mister Jorge Jesus contro la volontà del suo Dg, che aveva visto il pupillo Lage, mister svezzato con la trafila nel settore giovanile, trionfare nell’anno precedente.
STRATEGIE SPORTIVE Arriva la Roma dei Friedkin che, da buoni americani, per ingaggiarlo si avvalgono di una società di consulenza specializzata nelle strategie sportive, la Retexo Intelligence. E l’uomo giusto anche perché portoghese: il 4 gennaio 2021 inizia a lavorare per la Roma, 4 mesi dopo il club annuncia l’arrivo di Mourinho senza che nessun giornalista, radio, tv locale e compagnia cantante lo sapesse. Uno delle sue prime opere “capitali” è stata la chiusura dei canali privati con i media, dopo aver capito che in passato sono stati spesso tossici.
Per esprimersi, Tiago usa solo occasioni ufficiali quali le presentazioni dei nuovi acquisti, le interviste pre e post partita e una conferenza di fine mercato. Nella prossima si ritroverà a spiegare come è riuscito a convincere Dybala, come ha strappato Wijnaldum a condizioni favorevoli (prestito con diritto di riscatto a 8 milioni) dopo una «lunga e stancante trattativa» con il Psg, come ha anticipato la concorrenza su Celik del Lille e perché Matic è l’uomo perfetto per ingraziarsi Mou. Magari spiegherà anche come è riuscito a vendere per 41 milioni e a comprare per 7, mantenendo un attivo di 34 milioni, al momento il più alto della A, e nel frattempo portare 36mila abbonati, segnale di un entusiasmo che da anni non si vedeva a Roma e che per certi versi non si era mai visto.
FONTE: Libero – C. Savelli