Se queste sono le premesse, l’avvicinamento al derby, in programma il 6 novembre all’Olimpico, sarà davvero bollente, in campo e fuori. Un anonimo sabato romano si è acceso a suon di scintille, verbali sia chiaro, nessun incendio è divampato in città, se non quello dialettico tra i due allenatori e poi sui social network tra i tifosi. Il botta e risposta che non ti aspetti, Mourinho che chiama in causa la Lazio con un servizio forte e pieno d’effetto, Sarri che risponde per le rime con una palla corta precisa e velenosa.
Sul virtuale ring il risultatista da una parte, il giochista dall’altra, Salernitana e Bologna ad attenderli al primo appuntamento stagionale e tanta curiosità di ascoltare il loro punto di vista, con un mercato ancora aperto ma molti volti nuovi da inserire nei rispettivi sistemi di gioco.
Il calcio d’inizio lo ha dato Mourinho a Trigoria, rompendo un digiuno dialettico che durava dalla finale di Tirana. “C’è tanta gente che vende fumo, sono stupito quando sento parlare della Roma in un certo modo. Dicono che siamo candidati allo scudetto: solo la Sampdoria e il Lecce hanno speso meno di noi, allora se ci sono 18 scudetti possiamo parlare di Roma favorita. Milan e Inter hanno finito con 23 e 25 punti più di noi e hanno migliorato la squadra“.
Mourinho, in versione pompiere, cerca di spegnere così l’entusiasmo del tifo romanista sul sogno scudettato e, per rincarare la dose, scocca la frecciatina in direzione Formello: “La Lazio ha speso 39 milioni, magari sono loro i candidati a vincere“.
Allontana la pressione dai suoi uomini e la spedisce a qualche chilometro di distanza, nell’altro versante cittadino. Sarri, appena spenta l’ultima sigaretta, si siede in conferenza e viene informato dell’imbeccata del collega. La risposta è immediata: “Noi non abbiamo speso, abbiamo investito. Se c’è qualcuno che ha speso, sono loro. Il nostro club ha solo investito su dei ragazzi giovani. Ringrazio José per la grande fiducia, spero di accontentarlo… E siccome anche io ho grande fiducia nei suoi confronti, il secondo posto della Roma per me sarebbe una delusione“. Cioè se non vince lo scudetto, per i giallorossi sarebbe un fallimento. Uno a uno e palla al centro.
FONTE: La Repubblica – G. Cardone / A. Di Carlo