Le sue prime gioie romane non le dimenticherà facilmente, Paulo Dybala, perché il 99° gol in Serie A è uno di quelli da infilare nel giro di perle. Perché il 100° è il 100°. Ma soprattutto perché quei due palloni infilati nella porta del friabilissimo Monza (3-0) proiettano la Roma in testa al campionato. Da sola, almeno per una notte, in attesa delle risposte, stasera, di Lazio, Juventus e Napoli e di Atalanta-Torino di domani.
Era talmente felice, Dybala, da aver dimenticato di indossare la sua Dybala-Mask, riscoprendo il piacere di una gioia genuina, quasi bambina: “Avevo molta voglia di segnare e per fortuna il gol è arrivato davanti ai nostri tifosi. Ma il gol più bello sarà il prossimo. Obiettivi? Non siamo stati i peggiori con la Juve e oggi non siamo i migliori, vediamo giorno per giorno“.
Più difficile però nascondersi, lì in testa alla classifica. Una sensazione che a Trigoria mancava da una vita. E che frantuma il tentativo di José Mourinho di mascherare le ambizioni della squadra, per poi provare a stupire. La Roma c’è eccome, anche se il calendario le ha dato una mano.
Alla fine, José è andato ad abbracciare Paulo: “A Dybala un anno fa con la Juve avevo detto, quando era stato sostituito, “sei bravo ragazzo, bravo davvero”, oggi gli ho detto lo stesso e abbiamo riso, pensando che poco tempo fa segnava di là e oggi qui”.
Unico contrattempo, la maledizione degli infortuni, capaci di togliere a José, dopo Wijnaldum e Zaniolo, pure El Shaarawy e Kumbulla, per due guai muscolari che l’anno scorso erano spariti o quasi dai report sanitari di Trigoria. Ma dai problemi si guarisce, dall’euforia romana no.
Il debutto con gol sfiorato, o meglio divorato, di Belotti e il ritorno di un Abraham monumentale. L’abbraccio paterno dello Special è un’aspirina contro il fastidio che il centravanti aveva mostrato per le critiche ricevute dall’allenatore dopo la Juve. E Mourinho, che della psicologia da spogliatoio è un genio, è andato a coccolarlo.
FONTE: La Repubblica – M. Pinci